The Last Vegas, rock trash garage glam from Chicago, IL. L'etichetta se la sono scritti da soli ed è proprio quella giusta. Io già mi eccito solo leggendo rock trash garage glam.

Ad aprile del 2009 si sono stampati un gran bel calcio in culo con i propri piedi e, insieme alla Eleven Seven Music di Nikki Sixx, hanno fatto un elettroshock al rock sgargiante ed erotomane pubblicando "Whatever Gets You Off", un blocco di metallo aureo ricoperto di sputo e piscio come non si sentiva tempo. Per i gusti personali del sottoscritto, una nuova punzonata di adrenalina nei ventricoli dopo i Crashdiet che, con la perdita del mai troppo compianto Dave Lepard, hanno iniziato a soffrire di occlusione delle arterie creative. Se avete ascoltato il pop metal dei Danger Danger con Revolve dello stesso anno, concorderete con me che sul versante sleaze la risposta è questa. Dopo un passato promettente da band sul punto di una crisi di tritolo, i cinque dell'Illinois esplodono sul serio e incidono un album che, più che dischi d'argento, oro e platino, meriterebbe un vero e proprio disco di metallo rozzo. Perché? Se vuoi cavalcare una chitarra appuntita fluorescente e andare sulla luna a portare un po' di vita, con i Last Vegas lo puoi fare sul serio.

Voglia di vivere e di spaccare allegramente tutto ciò che ti circonda, bramosia di sballarti a rincoglionimento completo da una settimana di down, il sogno di tenersi tutti per le mani e correre su una pianura contro il vento, sono le emozioni che ti risalgono il corpo a partire dallo scroto. È il caso di definire realmente viscerali le sensazioni provocate da questa opera che - ribadirò questo concetto fino a quando campo - è un disco glam vero e serio (per quanto seri possano essere questi drogati persi di Chicago) che non ha nulla a che vedere con quella musica ricca solo di sfiga propinata da lerci moccoli secchi tipo Wig Wam.

Dietro "Whatever Gets You Off" ci sono quattro anni di sacrifici e sofferenze nel calderone dei poco conosciuti, con la consapevolezza di non meritarlo; sforzi centuplicati in nome del sudore per sgomitare e farsi strada in un mercato già molto avaro con il genere; un concorso vinto al Whisky a go go che li ha visti andare in tour ad aprire i concerti di "Saints Of Los Angeles" dei Motley Crue e chissà che non gli abbiano rubato donne e scena. L'esperienza del concorso promosso dal Guitar Center è servita molto a Chad Cherry (voce) e gang perché gli ha permesso di conoscere i vecchi zii che non vogliono saperne di morire e di andare in studio con loro a registrare. Connubio non poteva essere più bagnato e fetente.

La buona musica parte da buoni spunti. Io credo che i Last Vegas non hanno preso qua e là tanto per, ma immagino che loro abbiano deciso di ascoltare quello che (volenti o nolenti) possa essere definito il meglio: i migliori brani dei due "Illusions" dei Guns N' Roses e i lavori solisti di Duff McKagan e Slash. Di base ci hanno messo il loro garage glam lustro e paonazzo e, grazie ad una superba produzione è venuto fuori il capolavoro. Nessuno gli negherebbe una presenza serale in un eventuale nuovo Monsters Of Rock, a farla da headliners.

Il disco. Uno sbang! sbang! sbang! euforico, sbruffone, patinato ed assordante caratterizza questo gommosissimo lavoro. Pochi sono gli episodio dove i bpm non vanno decisamente oltre la media. Coloratissimi e pavoneggianti i nostri partono subito all'attacco la "think positive influenced" song "Whatever Gets You Off", in cui si inizia a sparare note festanti come nuvole felici in cielo ovunque. I GN'R più groovy e jungle emergono subito. "I'm Bad" è il primo gargarsimeggiante singolo per moderni cowboy metropolitani. Uno stantuffamento di alta cilindrata tipico dell'automobile 3.000 che soffre tra i semafori ma gira solo in città per farsi ammirare. Sullo sfondo, Faster Pussycat ed L.A. Guns. "High Class Trash" (mamma che titolo!) mitraglia alla rinfusa vivendo in uno stato immediatamente post apicale di sballo. Trimurti d'apertura chiusa alla grande. I sopravvissuti ad un concerto potrebbero considerarsi veri e propri reduci di una guerra pacifista. Loose Lips è FM rock palleggiato e occhiolinotico, sempre rigorosamente magistrale.  - INSERZIONE FORZATA. I LAST VEGAS SONO MAESTRI! RICORDATELO! -. In quinta posizione vive la ballad "Apologize", che, oltre che essere stupenda e da applausometro fuso, è intelligentissima perché patacca fin dal titolo. Una ballad per chiedere perdono e dimenticarsi tutto, recitata col solito charme di uomo che è stato sgamato per una scappatella e ne nasconde altre mille. Bravi! "Cherry Red" mi ricorda i primi Danger Danger. È un brano da tintarella forzata, da muscoli oliati sotto il sole, da casanova a stelle e strisce. Nel complesso dell'album, un'altra mazzata potentissima. "Another Lover" è un folle killer annebbiato che ha preso la sua strada e uccide chi gli viene a tiro. La song zompa di corto circuito in corto circuito con la naturalezza di un maniaco sessuale armato di tanta voglia di fare sesso. A riportare ordine, pur sempre manganellando, ci pensa "Dirty Things You Do", brano d'esperienza e old school, che ci sta bene come un bacio di rossetto sullo specchio, lasciato dalla biondona rifatta sul tuo specchio perché ne vuole ancora. Godereccio e linguaccioso album. M'ha fatto venire la stupida e insensata voglia di tatuarmi un braccio intero. "White Lies" è la dimostrazione di forza dell'hard rock americano degli anni 80, quel braccio di ferro di Stallone vinto con improvvisa irruenza. "Love Me Bad" parte tipo "We Will Rock You", pezzo da stadio strapieno e si conclude come "Paradise City", ciclonico anthem che dove passa lui diventano tutti tossici. In conclusione il rock n' roll da macelleria in pieno stile Motorhead di "Outta My Mind".

Io godo, tu godi, egli gode, noi godiamo, voi godete, essi godono. Io godo, tu godi, egli gode, noi godiamo, voi godete, essi godono. IO GODO, TU GODI, EGLI GODE, NOI GODIAMO, VOI GODETE, ESSI GODONO.

Meraviglia per le mie "le" (direbbe Attila fratell di Dio) urecchie.

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