Aspettando il nuovo album, i Libertines calmano l'appetito dei fan con questo E.P. contenente il nuovo singolo "Don't Look Back Into The Sun".
È proprio quest'ultimo quello che delude maggiormente, pur avendo, in linea di massima, il classico sound cui ci aveva abituati "Up The Bracket". Il brano, assieme alla cortissima "Mayday" (59 secondi) è prodotto da Bernard Butler, che, evidentemente, il "brit-pop sound" proprio non se lo riesce a scrollare di dosso e lo infila ovunque.
Questo nuovo singolo non lascia niente all'ascoltatore: non è un brano potente, non è un brano punk, è solo una pop-song sporcata da un leggero scazzo rock, ma soprattutto la voce di Pete Doherty avrebbe reso di piú, rispetto a quella piú pulita e meno impastata di Carl Barat.
Le canzoni che meritano di piú nel disco sono quelle prodotte, guardacaso, da Mick Jones: "I Get Along" rimane la traccia piú bella dove la musica veramente rock'n'roll (come non si sentiva da tempo nel Regno Unito) spinge al massimo un testo allucinato: "You caught me in the middle dazed on the carpet / I was following the lines that move like snakes, thinkin' Somethin' ain't quite right / you got the devil on your side standing on your right c'mon..."
Non basta questo a salvare un E.P. che si chiude con una canzone "Skag & Bone Man" che sembra la registrazione di una rissa tra ubriachi, dove i backing vocals che si accavallano sono veramente troppo incasinati per essere sopportati per piú di un minuto.
Parliamoci chiaro: se dovete spendere qualcosa per i Libertines comperate "Up The Bracket" (magari la ri-edizione con 2 canzoni in piú: "What a Waster" e "Mocking Bird") che, tutto sommato, rimane veramente un ottimo disco rispetto alla media delle nuove band di oggi.
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