The Lovecrave, un nome sconosciuto ai più e a quelli che vivono solo di MTV, ma qualcosa verrà subito in mente citando il nome della cantante del gruppo, Francesca Chiara Casellati, che ha partecipato a Sanremo '99 nella sezione "nuove proposte". Singer dalla voce sussurrata e tagliente la tipa ha fondato assieme al chitarrista Tank Palamara la band heavy metal The Lovecrave, con la quale ha prodotto il primo disco, "The Angel and The Rain".
Il lavoro è un originale concept-album basato su una storia scritta dalla stessa Casellati: Scarlett Rain, una immaginaria cantante rock, muore gettando nello sconforto un suo devoto fan. Le canzoni hanno quindi tutte uno stesso filo-conduttore, in questa originalissima opera rock.
Lo stile: chitarre pesantissime e taglienti e sound a metà tra gothic, dark, pop e cyberpunk, commerciale ma molto gradevole.
Il disco parte con la arrembante "Vampires (the light that we are)", quasi un manifesto della musica dei Lovecrave, in cui il ritornello travolgente 'I wanna live like vampires' fa desiderare ardentemente la creazione di un videoclip su questa canzone. Si passa a "Nobody", anche qui tutta basata sul ritornello, "Little Suicide", che si apre con l'annuncio della morte di Scarlett Rain e con l'imprecazione del povero fan Thank you God, thank you for the darkness. Wow. Arriviamo a quello che è forse il miglior pezzo dell'album, "Can you hear me?", sempre basata sul ritornello, ma qui il lavoro della band è magistrale e dà al pezzo una carica unica che mette i brividi. La quinta traccia "Fading Roses" è una ballata che mette in mostra le qualità vocali di Francesca Chiara (davvero niente male). "My soul Runaway" inizia su un ripetitivo effetto per poi crescere, si discosta dalla formula pop per una struttura più articolata, "The Angel and The Rain", traccia numero otto, fa quasi il verso ai Depeche, per poi essere impreziosita al solito dai riffoni pesanti di chitarra. Si conclude con "The Chauffeur", una piccola perla dal ritornello che ti entra dentro, e "Dark City", cantata inizialmente senza accompagnamento su un effetto di pioggia di scuola My Dying Bride, per poi finire su un arpeggio. In fondo disco, un messaggio fantasma come ghost track.
Un lavoro davvero molto originale che ha dietro delle buone idee, sempre che non si commetta il peccato di giudizi affrettati. Una band che con più pubblicità potrebbe avere molto successo. Se non vi piace la dark wave e pensate che l'attuale gothic metal sia orrendo, lasciate stare. Un voto in più per il coraggio e l'originalità.
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