Dlen, un accordo. Poi tak-tak-tak-tak e parte un bel tupa tupa marcio, veloce, insomma una cosa bella (a tal proposito ricordate che ho un passato da metal-kid). Ma poi si ferma, ci va sopra la voce, distorta (non growl/scream, proprio distorta), poi torna il tupatupa, voce, tupatupa, brumbrumbrrrrumtatata, assolo di sassofono. Schizofreniamo in musica.
I The Mass colpiscono l'orecchio, stimolano mente e corpo (come quella roba con il toro che non la nomino perchè stasera mi sento molto politically correct), e sanno suonare genuini e diretti senza perdere la testa (anche se ogni tanto la si scuote), intercalando approcci cervellotici, altri più diretti, ma anche sfuriate jazz e mazzate che posso definirvele solo metal (purtroppo).

I The Mass sono quattro: chitarra, basso, voce/sassofono, batteria. Curioso che la formazione sia la stessa degli 'Yakuza' (intendo gli strumenti, non i musicisti eh!). Ma mentre il sassofono degli Yakuza è atmosferico, quello dei The Mass è decisamente più jazz (ascoltare l'assolo in La Porc), più progressive. E anche tutto il resto è più jazz, più progressive.
Più che puntare al muro sonoro, i The Mass puntano sul contrasto di spessore fra musica più lieve (ad es. l'assolo di basso all'inizio di Major Strip) e più grossa (ad es. la massiccia ritmica di Hex by Hex), nonchè sul contrasto fra gli strumenti - il che significa che usano abbastanza spesso il botta-e-risposta fra gli strumenti, in particolare chitarra-sassofono e chitarra-voce (imperdibile il coro da stadio di Major Strip!).

Il cd, fra l'altro non molto lungo (41:19) si fa apprezzare in tutte le sue variegate forme (anche se qualcuno potrebbe volere qualcosa di più variegato), mostra una band capacissima (è registrato in presa diretta!) ed originale, mostra bravura e bellezza. Come al solito, bellezza (e contrasto).

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