Signori, siamo di fronte a un disco che è già una pietra miliare! Uscito nel 2003 (nemmeno due anni fa), l'album in questione è il più bello di Phil Evrum aka Microphones, un impressionante concept album sul tema della "scalata"... la scalata che nell'album in questione corrisponde in immediato alla salita del monte Eerie, ma che, fuor di metafora, ad un livello superiore di significato, corrisponde soprattutto alla scalata interiore, quella dentro ognuno di noi, e che fa riferimento soprattutto agli elementi più grandiosi del cosmo e della natura: il sole (la nascita), il sistema solare (la crescita) e l'universo (la maturazione).

L'album si apre con l'incredibile traccia "Sun"; 17 minuti di pura follia avant rock, dove le sporchissime bordate elettroniche, tanto maestose quanto minacciose, si contrappongono a una sorta di ballata in stile blues totalmente sgangherata, creando un contrasto per nulla fastidioso e anzi piacevole all'ascolto.
La successiva, "Solar System" cambia registro: qui a farla da padrone è soprattutto la voce di Evrum: la melodia è estasiata e incantatrice, ma non ci si deve illudere: le sonorità cupe e tetre son sempre lì, sornione, a fare da contorno, così come in "Universe", dove l'effetto che predomina è quello della ripetitività, generato dalle incessanti percussioni.

La scalata al monte avviene però grazie alla title track, vero pezzo da novanta dell'opera, che con controtempi, pause e contrasti cromatici, riesce davvero a creare quell'effetto di "scalata" faticosa, ricca di asperità che rendono difficoltoso il percorso; è la metafora della difficoltà che ognuno di noi ha nel farsi strada nella società odierna, con le sue contraddizioni e problematiche. Magnifico.
Si giunge così all'ultima "Universe" (omonima della terza), con cui, attraverso un tema quasi progressivo, fatto di fiati e rumori vari, si chiude un album splendido, un capolavoro del cosiddetto "new rock", di sicuro un disco da ricordare nei decenni a venire.

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