La storia di questa band inizia nel 1963 a Riverside (California) e segue, inizialmente, un percorso comune ad un’ infinità di altri gruppi nello stesso periodo e nella stessa zona… il surf. Ben presto però, al quartetto si aggiunge una seconda chitarra e la proposta vira violentemente su un sound più garage ma con una forte connotazione british-blues in puro stile Yardbirds, piuttosto che Animals.

I Misunderstood incidono nel 1965 un acetato autoprodotto, che in questa splendida raccolta (ricchissima di informazioni nel booklet) della Cherry Red Records trova posto nella seconda parte a sottotitolo “Blue Day In Riverside”. Le registrazioni di questa sezione pagano, a volte pesantemente (vedi la finale “Like I Do”), lo scotto della produzione a basso costo ed il passare degli anni; ma vi sono brani che da soli ripagano dell’intera spesa fatta, come “I’m Not Talking”, floydiana (ante-litteram) nell’introduzione e nello sviluppo supporta l’esplodere dell’anima bluesy della parte centrale e finale, calda e sessuale a tal punto da far impallidire persino il trio delle meraviglie Beck, Page e Clapton degli Yardbirds o come “I Cried My Eyes Out” dove una dilatata tastierina doorsiana addolcisce un brano in puro mod-pop-style tipicamente britannico.

La svolta avviene nel 1966… durante uno dei loro infuocati shows, in un locale di San Bernardino, vengono notati da un giovane disc jockey inglese di nome John Ravenscroft che li convince a trasferirsi in Inghilterra e prendere residenza a Londra presso l’abitazione della madre. I Misunderstood restano 8 ore piazzati davanti la casa con armi e bagagli, senza che nessuno gli venga ad aprire, allorché Ravenscroft riesce, dagli Stati Uniti, a trovare loro un rifugio di fortuna, e nel periodo successivo, nonostante violente dipendenze di alcuni membri da droghe e sidro, la band si adagia sulla soffice euforia delle notti di Londra. Il chitarrista George Phelps viene richiamato in patria dall’esercito, proprio mentre il fratello di Ravenscroft, Alan, riesce a trovar loro un contratto con la Fontana Records. Entra in formazione Tony Hill (futuro deus ex-machina dei seminali High Tide) ed i Misunderstood registrano sei brani (che compongono la prima metà di questo CD a sottotitolo “Colour Of Their Sound”) con il produttore Dick Leathy.

Children Of The Sun” è una miscela incendiaria di psych-garage violenta e raffinata mentre la successiva “My Mind” è per usare le parole del gruppo un “trip al centro dello spazio”. La versione mistico-aliena dell’hit-single “Who Do You Love” credo abbia confuso parecchio le idee ai Quicksilver Messenger Service di “Happy Trails” mentre “I Unseen” è stato un brano fondamentale nelle rotazioni di tutti i migliori mods’ clubs della città. “Find A Hidden Door” sta al garage come “Surfin’ Bird” dei Trashmen sta al surf e “I Can Take You To The Sun” traccia la strada che di lì a poco verrà intrapresa ed amplificata dai Doors.

Dopo alcune apparizioni al Marquee Club, in cartellone con Pink Floyd e Move, la band esplode in un reticolo di schegge impazzite che mettono la parola fine sull’avventura. Il vocalist Rick Brown rientra in patria, anche lui richiamato dallo Zio Sam, entra in depressione, si rifugia nell’ abuso di LSD e parte attraverso un viaggio mistico nell’induismo che lo condurrà a diventare un esperto di gemme preziose nel sud-est asiatico… i Misunderstood nel ’67 entrano nel dimenticatoio, proprio mentre John Ravenscroft decide di tornare in patria ed adottare l’acronimo di John Peel.

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