Questo è il primo album di debutto della band russa The Morningside uscito nel 2007.
L'ononima "Intro" che apre il disco è una classica introduzione ambient di circa un minuto e mezzo in stile "Summoning The Rain" dei Drudkh, con un vento al posto della pioggia che sembra incessante, accompagnato da un synth che rende perfettamente l'idea di una tipica bufera autunnale siberiana che lascia l'ascoltatore con il fiato sospeso fino all'attesa del prossimo brano...
...E siamo arrivati a "The Wind", undici minuti di brano dove si possono notare le evidenti influenze sonore di alcune band molto importanti della scena doom/death dai riff iniziali di chitarra che ricordano la malinconia dei Katatonia di "Brave Murder Day", semplicemente splendidi e fenomenali, o dalle linee e dagli arpeggi in chitarra pulita che padroneggiano nel cuore della traccia, che riportano alla luce le atmosfere degli Agalloch di "Pale Folklore" e di "Ashes Against The Grain"; tutto in una miscela a grande impatto melanchonico: come se ci ritrovassimo, dopo una giornata triste, a guardare il paesaggio d'autunno affacciandosi da una finestra di una casa in montagna dove il vento trascina le foglie degli alberi ormai quasi spogli, che ci riportano alla mente chissà quali ricordi del nostro passato...
....quando improvvisamente ci accorgiamo che le nubi grigie trasportate dal vento coprono velocemente il cielo e inizia a piovere, e si apre il brano successivo "The Trees" dove viene riprodotto il suono di un temporale e dove ritorna il synth già menzionato nell'opener, che introduce un magnifico riff accompagnato successivamente dall'altra chitarra ritmica e da un ritmo lento e cangiante di basso e batteria destinato ad evolversi per poi sospendersi, dando spazio a un commuovente fraseggio di chitarre coperto delicatamente dal suono del vento, riprendendosi fino all'ultimo minuto del brano richiamando il rumore della pioggia...
...in seguito il temporale finisce lasciando un paesaggio triste e desolato al crepuscolo dove i ricordi riaffiorano come se non volessero mai andare via, e qui giunge il momento di "The Shadows Of The Past", una suite con una lunga introduzione di oltre quattro minuti con un arpeggio simile a quella di "The Melancholy Spirit" degli Agalloch e con una scelta azzeccata da parte del vocalist Igor Nikitin di cantare in pulito tralasciando lo scream e il growl dei due brani precedenti accentuando una maggiore riflessione da parte dell'ascoltatore che continuerà con una stupenda parte completamente strumentale di oltre metà brano in stile post-rock fino al termine della traccia.
L'opera finisce con un ononima "Outro" dove i venti riecheggiano nuovamente nella notte e dove le chitarre emanano delle sonorità atmosferiche che ricordano molto da vicino la scena post-metal degli americani Isis, con un groove di basso e batteria lento ma corposo e con un'immancabile tappeto di tastiere.
Arrivo alla conclusione dicendo che è un ottimo inizio per una band emergente ed un album imperdibile per gli appassionati del genere e non, poichè richiama molte sonorità da sopra citate in quanto lo si puo definire complessivamente come un disco Atmospheric Doom/Death Metal con influenze Folk e Post-Rock.
Consiglio per l'ascolto: durante una giornata di pioggia intensa dove siete costretti a non uscire di casa, magari mentre disegnate o leggete un buon libro... ;) BUON ASCOLTO!
Carico i commenti... con calma