Dicembre 1968, terzo e ultimo album per quell'anno, esce "Cruising With Ruben And The Jets", una sorta di ritorno alle origini per Frank Zappa and The Mothers Of Invention. Il gruppo si cimenta infatti nell'esecuzione di brani di musica doo-wop, genere molto in voga negli anni '50 che Frank Zappa e il suo amico Captain Beefheart ascoltavano spesso e volentieri in quel periodo. Il doo-wop è un genere nato nei quartieri italo-americani, una musica spesso sdolcinata con testi romantici e un cantato caratteristico condito da versi che imitano la musica.
I nostri si immedesimano dunque in questo fantomatico gruppo musicale dal nome tipicamente anni'50, i Ruben & the Jets appunto, come si nota nella simpatica copertina disegnata da Cal Schenkel, e sul retro della copertina, ove Zappa è ritratto in una foto del tempo, sotto le spoglie del suo alter ego italo-americano Ruben Sano, con una parodistica biografia intitolata "The Story Of Ruben & The Jets".
Più che un album di doo-wop vero e proprio, in realtà, si tratta di una parodia (Zappa e parodie? che strano!) ma allo stesso tempo di un tributo al genere, facendone un album semiserio, più dei precedenti comunque. La differenza di quest'opera rispetto agli altri capolavori pubblicato da Zappa con il primo nucleo dei The Mothers of Invention è a dir poco sostanziale: manca la solita profondità di parodia, manca l'irriverenza nelle lyrics e nell'umorismo, meno tagliente e politicamente scorretto del solito. Non si parla di argomenti "proibiti" o tabù agli occhi del popolo americano. Insomma, cogliere lo humour di questa parodia non è forse la cosa più facile in questo disco.
Le canzoni sono tutte originali e scritte da Zappa (tranne Deseri, Anything e Jelly Roll Gum Drop scritte dal grande vocalist Ray Collins) ed alcune sono tratte da "Freak Out!" (mi sovvengono You Didn't Try To Call Me, Anyway The Wind Blows piuttosto che I'm Not Satisfied) e riarrangiate in chiave doo-wop, cosa che le rende a dir poco lagnose. Ovviamente, qualche sprazzo di genialità c'è anche qui: Fountain of Love, ove mischia addirittura Stravinskij nei suoi cambi di accordi e citando nel finale la sua "Sagra della Primavera". Nel 1984 le parti di basso e batteria furono registrate nuovamente, suscitando non poche critiche, poiché Zappa non era soddisfatto con il sound sui master tapes originali. Zappa aggiunse anche molte parti vocali e remixò totalmente tutto l'album.
Viene documentata molto bene in questo disco l'origine della matrice vocale dei primi dischi di Zappa e soci, facendone in questo modo un pezzo di un certo interesse, almeno sotto questo punto di vista. Il pubblico però non accolse il disco con il solito favore, tranne una piccola schiera di nostalgici degli anni '50 (ricordate gli Sha Na Na?): qualche anno dopo, una band guidata da un certo Ruben Guevara chiese a Frank Zappa il permesso di chiamarsi Ruben And The Jets, in onore del qui recensito album.
Pur essendo un'opera indubbiamente ardita, personalmente devo ammettere che questo disco non mi è piaciuto molto, l'ho sempre considerato come il punto debole della discografia dei Mothers Of Invention: è troppo nella media per appartenere a quel grandioso calderone di idee che era tipico di Frank Zappa. Questo album è adatto a chi adora forse la musica anni '50, ma non certo per dei fan sfegatati di Frank Zappa e del suo caratteristico stile.
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