Ci sono persone che hanno talento e intelligenza, eppure se ne fottono. Non sto parlando di musica; sto parlando di persone. Gente che onestamente segue il proprio istinto e se ne va, mettendosi alla prova ogni santo giorno, assaporando con divertito coraggio - ogni santo giorno - la nebbia british-thick del non scontato.
Ci sono persone che hanno talento e intelligenza, eppure se ne fottono. E sto parlando di musica. Gente che ci sa fare davvero, con le note, e segue onestamente il proprio istinto. E si mette a fare cose nebbiose, divertite e non scontate.
The Nectarine No. 9 è un ensemble particolare, nato in Scozia nei primi anni '90 e dedito a un rock obliquo, da sottobosco musicale.
Cinque album in carriera, in cui si muovono tra i generi con l'attitudine anarchica di Zappa e Beefheart e le movenze sinistre dei Velvet Underground.
Nel 2004 sfornano queste altre 11 tracce dai titoli bizzarri. Ed è forse il loro lavoro migliore, arricchito com'è dal piano e dal 'fuzz clarinet' della new entry Gareth Sager. Suonano e cantano sghangherati (Hanging Around, Oct. 1903), sfoggiano allucinate nebbie da fumetto (The UNfunkadelic), sano e divertito autocompiacimento strumentale (Iamstoptakingpotmanaged35totakeonthecakedecorationlivinginsteadsignhere___, sì, si intitola proprio così), ma anche proprio un bel gusto per la melodia (la title-track).
Sono molto affezionato a "I Love Total Destruction", perché c'è dentro (probabilmente a sua insaputa) molto della persona che me l'ha regalato. C'è talento, intelligenza, coraggio, ironia e generosità.
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