Mi viene da ridere. E' una risata nervosa. Non credo a ciò che sto ascoltando e alla sua pesantezza. Rido ancora.

Mentre il mondo, mediatico o meno, dei nerdalcore pieni di tatuaggi fin dietro le orecchie, è intento a "credere nei Bring Me The Horizon" (per citare il clown, di soprannome e di fatto degli Slipknot), o a godersi la rabbia di plastica dei The Devil Wears Prada, o le ridicole commistioni "elettroniche" degli Enter Shikari, o attendere il "nuovo" disco dei Devildriver, o le crisi mistiche in scream degli Underoath, o (omissis, potrei andare avanti delle ore a fare esempi noiosissimi), i New Lows, passando in sordina, sottoterra e sottopelle, danno alle stampe (e indovinate per chi?? mamma Deathwish Inc.) uno dei dischi più feroci, virulenti, insensati, bastardiefiglidiputtana, che io abbia mai sentito. "Harvest Of The Carcass" è un mostruoso ibrido urbano che divora l'asfalto da sotto i piedi per poi vomitartelo dritto dritto nei timpani. 

La colata sludge che introduce "Stagnant Strides" sa di palude, una palude che sbuca da un giorno all'altro in una fonderia in piena attività, le chitarre hanno uno spessore inumano, la batteria è di ghisa, il rullante è una pressa che schiaccia le note (quali note?), e lo spirito guida Cro-Mags è pronto a partire, salvo infrangersi sul mid tempo finale, che schiaccia al suolo e fa mangiare le piastrelle. Ancora non posso capacitarmi della quantità di odio e furia e ancora odio e furia che fuoriesce come colate d'acciaio misto a merda dalle mie casse che parte l'insensata "Born And Razed", con una doppia cassa incollata a chitarre che esplodono di dolore, con una dinamica inconcepibilmente votata al solo nonsenso acustico, un pezzo di una tensione strabordante, senza pietà il cantante PBoy viola la propria gola in un urlo monocorde primitivo senza limiti. Torna la merdasludge in "Plagegrounds" con un basso che al posto delle corde ha dei cavi scoperti incrostati di fanghiglia putrida, e un saliscendi dinamico da il senso di un'altalena che si affaccia sul vuoto. La primordialità oldskool della title track è un gioiello elettrico e pericoloso, HC in stato di disgrazia e "Anguish" è un'orgia di riff in iperbolica intolleranza nei confronti della vita umana. I testi sono incubi di nonsense posturbano, mostri che escono dalle finestre dei palazzi abbandonati di una civiltà finita.

Alla salsa barbeque dei Bring Me The Horizon preferisco di gran lunga il vomito oleoso ed elettrico di questa macchina da guerra proveniente da Boston. Buon appetito.   

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