"This Is What We Do" degli inglesi "The New Mastersounds" (Eddie Roberts - Chitarra, Simon Allen - percussioni, Pete Shand - basso, Bob Birch - organo "Hammond" e piano) è un disco funk più nella forma che nella sostanza.
Senza timore di essere smentiti potremmo definirlo "di maniera", un esercizio di stile che comunque, è bene sottolinearlo fin da ora, non lascia indifferenti nemmeno i cultori più raffinati del genere. Non c'è traccia della natura corrosiva e istintivamente volgare del funk, nè della sporcizia formale e contenutistica che ammiriamo in gruppi come Funkadelic e Parliament. Al contrario tutto ciò viene filtrato da un approccio compositivo meno impulsivo e più ragionato, prima ancora che da una produzione impeccabile in grado di esaltare tutti gli strumenti e di dare vita ad un sound estremamente levigato e curato, scremato dagli eccessi e dalle asperità. Inutile dire che quanto perso in istintività viene guadagnato in ascoltabilità e godibilità e, presumibilmente, in gradimento da parte del pubblico.
Passando ad un'analisi più dettagliata, bisogna innanzitutto rilevare la mancanza di parti vocali: il disco dunque è a tutti gli effetti uno strumentale funk, con tutti i pro e i contro che una simile scelta comporta. E direi che, almeno stavolta, i contro superano i pro, spiazzando in parte il surplus di gradimento ottenuto con le soluzioni sopra descritte. Accade infatti che, traccia dopo traccia, l'assenza di linee vocali renda un pò noioso l'ascolto, inquinando la valutazione delle tracce. In particolare c'è il rischio di arrivare svogliati e poco attenti alla seconda metà del disco, laddove, paradossalmente, troviamo le composizioni più interessanti: la sciolta e disinvolta "Afternoon At Gigi's", il tripudio di congas di "Pure" e la straodinaria potenza evocativa de "La Cova", il pezzo migliore del disco, con il suo groove sensualmente sincopato: una splendida donna che cerca di ammaliarci con la sinuosità delle sue movenze e la sottile malizia dello sguardo per poi lasciarsi desiderare quando ormai ci ha in pugno. Va inoltre sottolineata la presenza di due cover di lusso: “Zambesi” di Donny Hathaway (opening- track) e “Ain’ t No Telling” di Jimi Jendrix, con l'hammond di Birch che sale in cattedra regalandoci un assolo finale davvero travolgente, alla Ray Manzarek.
Insomma un buon disco, con della buona musica funk suonata da quattro ottimi musicisti. Consigliato (il voto esatto è 3.5).
Tracklist: 1) Zambesi 2) All I Want (Right Now) 3) The Thin Drum - feat. Sam Bell 4) You Got It All 5) Land Of Nod 6) Ain't No Telling 7) The Minx 8) Afternoon At Gigi's 9) Pure - feat. Sam Bell 10) La Cova 11) Baby Bouncer 12) The Vandenburg Suite
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