Un giorno tre amici, nonché stracazzuti virtuosi del proprio strumento, ovvero Dario Mollo per quanto riguarda il chitarrismo (vi dicono niente i Voodoo Hill? Tony Martin? Glenn Hughes? Don Airey? No? Ripassare la storia del rock, ‘gnoranti!), quindi non il primo scapestrato di passaggio, insieme a Roberto Gualdi come batteraio (dico solo PFM, gli altri andateveli a scoprire..) e Guido Block per il bassismo (Electric Zoo, Graham Bonnet) si misero in testa un’idea meravigliosa (Cesare Ragazzi non c’entra un cazzo però, sia chiaro).
Dunque, ai tre allegri musicanti venne in mente di metter su un gruppo dove lasciare libero sfogo alla creatività di ognuno, una band per divertirsi, niente virtuosismi, niente “mostruosità”, solo la sana voglia di suonare quel che più li aggrada senza pensarci troppo, senza pressioni, roba disinvolta insomma…
Ma mancava “the voice”, e per tre elementi di sì tanta caratura artistica, non è che il primo pirletti alla porta potesse andar bene.. Quindi si misero alla ricerca di un cantante un po’ sopra le righe. Una sera, durante una Jam session sale sul palco un tale, all’anagrafe Andrea Dal Santo, meglio conosciuto come Mitzi (e chi cazz’è sto Mitzi?), l’ex frontman dei Diumvana (o quel che restava dei Vanadium che dir si voglia… Ah ma sì.. Quel “Pagliaccio che salta!” cit.), che, dopo anni di gavetta a saltare, sudare e sgolarsi sui palchi del Nord Italia, a suon di cover, decide di fare il salto più alto, tentare la strada dell’inedito, tanto ormai crede di essere pronto (e lo è, date retta a me).
I tre, dopo la Jam, rimangono talmente impressionati dalla performance del ragazzo, che decidono immediatamente di prenderlo a bordo del pazzo progetto. Nascono così i NoiZe Machine e inizia la leggenda del Jumping Clown.
Quel che ne viene fuori, dopo un allegro periodo in sala di registrazione, è un album esplosivo (“The Jumping Clown”), una bomba ad orologeria con il timer impostato a -1 secondo, un album fresco, veloce, potente, anche se il genere proposto non è dei più giovincelli, sempre di hard rock misto a metal si parla, ma i quattro lo sanno fondere con maestria, con inserti di marchingegni elettronici, chitarrismo e assoli assolutamente su altri gradini, tanto mostruosamente tecnici quanto "semplici" all'umano orecchio, batteria e basso a martello, granitici, chirurgici, perfetti... Cambi di tempo e non sentirli, crossover, metal, nu metal, chi offre di più? Il tutto condito da un cantato che lascia abboccaperta… Come? ABBOCCAPERTA! Che sei sordo? Che siete, una tribù di anticappati? A come Ammazza che album Doppia B come Borca Bestia se tirano sti qua! O come OH! Doppia CC come ControCazzi, A come Aspettati uno schiaffo ad ogni pezzo, P come Pestano, E come E adesso ascolta e ti sfasci le corna, R come Riascoltalo, T come Ti spiazzo in due, A come Adesso che è finito io lo rimetterei da capo.
Pezzi fortemente consigliati: tutti. Ma proprio tutti, comunque se devo proprio sceglierne uno su tutti direi due: “I Like It” sia per la spiazzante genialità, sia perché piace anche a Piero Pelù e “So Far Away” perché di Mike Patton e Faith No More non ce n’è solo uno, gli altri sono i NoiZe Machine.
Anzi direi tre: “The Jumping Clown” per la pazzia, il ritmo, il groove, il funky e soprattutto il video.
It’s Funky, It’s Groovy…
Let’s make some NoiZe.. Jump!
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