L'intro risulta decente, come non lo si sentiva da 'Ixnay on the Hombre'. Forse l'illuminazione sulla strada per Damasco c'è stata.

L'ulteriore speranza si concretizza con la sucessica "The Noose", veloce e carica al punto giusto. Il nuovo batterista, rimpiazzo (fisso?) del vecchio Ron se la cava bene. "The long Way Home" riprende le sonorità cominciate con "the noose", altra buona canzone. Ma con "Hit That" si cade in basso, ballata pop con campionamenti dance stili anni 80, una brodaglia veramente nauseabonda e dolciastra.

"Race Against Myself" cambia totalmente la sonorità, molto più inquieta triste e cadenzata. "Can't get my head around" intervalla parti lente con sfuriate decisamente potenti, una tipica canzone a due facce. Totale stravolgimento di ritmo. "The worst Hangover ever" canzone sui postumi della sbornia, procede a ritmo di Ska. Ma questa volta il risultato non è male, anzi la canzone risulta ironica e senza pretese, che spezza un pò a metà l'album. Di certo è la canzone più emblematica dell'album. Si ricomincia veloci con "never Gonna Find Me", canzone non particolarmente significativa, ma che se non altro non ha quella nota Di Deja'vu che invece ha "Lightining Road", ritmo e struttura della canzone troppo trito. Altro stop, con "Spare me the Details", ballata acustica dai toni caraibici. Il testo veramente carino (da spararsi) e con un buon ritmo. Ma è con "Da Hui" che si riprende, 2 minuti di adrenalina pura, velocissima e tiratissima. Una delle più belle. Si conclude con "When you are in Prison", canzone anni 30 che dice "BAH".

In conclusione un discreto album sicuramente migliore di 'Americana', e più cattivo di 'Conspiracy of One'. Ma il migliore per adesso rimane a mio parere, 'Ixnay on the Hombre'.

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