Vi siete mai chiesti perchè le cose belle finiscono sempre?

I momenti più belli della nostra vita durano un attimo, e anche se sono lunghi passano in un secondo. A volte ho paura di tutto questo; paura di non riuscire a tenermi stretto le cose belle che ho perchè basta una frazione di secondo e queste svaniscono nel nulla. Come l'ascolto di questo "The Silent Hours", leggero, sognatore e tinto di celeste; si ascoltano le prime note di "Close My Eyes" traccia di apertura e un getto di colori ci inonda, ci travolge lasciandoci interdetti. "The Open" è il nome della band; proviene da Liverpool e si era già fatta notare con l'Ep "Never Enough". Il debutto su lunga distanza è spiazzante, intriso di fantasmagorie spaziali plasmate su lunghe sezioni voce-strumento come in "Bring Me Down", "Lost" e "Coming Down"; le chitarre allucinate e psichedeliche di Jon Winter tagliano a metà le 10 tracce e la voce di Steven Baylay sembra cadere dal cielo . "Just Want To Live" ed "Elevation" sono splendide ballate immerse in un insieme di riverberazioni di tastiere (Alan Dutton, tra l'altro disegnatore delle copertine), riportano ai primi Verve, allo "Shoegazer" dei primi '90. Rimangono Scott Holland e Jim Reynolds rispettivamente batteria/basso il cui compito non facile è quello di placare l'impeto dei primi tre, ricorrendo a momenti di pausa che subito dopo si trasformano in crescendo sconvolgenti dove le chitarre distorte riprendono vita insieme a riverberi e delays in un unico flusso.

I fantasmi di Cure, Cocteau Twins e Chameleons riaffiorano in queste sonorità dal sapore decadente e romantico, ma il tutto è molto bello. Un disco che mi fa sognare e che riascolto ininterrottamente da quando il postino ha suonato al mio campanello e me lo ha consegnato dopo aver pagato in contrassegno la "modica" cifra di € 27,30. Già, l'unica pecca è che per adesso si trova soltanto di importazione, quindi al già maggiorato prezzo si aggiungono (nel mio caso) le spese di spedizione. Ma per la buona musica questo ed altro. Nel panorama attuale nel quale poco di buono si trova, soprattutto tra i grandi nomi, questi misconosciuti liverpooliani d'adozione sono una autentica sorpresa.

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