I Pains Of Being Pure At Heart, band rivelazione del 2009, giungono finalmente a un secondo album che non convince del tutto.

Dopo il successo strepitoso  del primo album si era fatto strada il timore che il gruppo si sarebbe allontanato poco a poco dall'ottima miscela di twee pop e shoegaze per arrivare a un pubblico più ampio.. quando poi si viene a sapere che i produttori sono i quotatissimi Flood e Alan Moulder (che hanno lavorato con musicisti del calibro di U2, Depeche Mode e Smashing Pumpkins) non rimane più alcun dubbio: la band vuole sfondare al di fuori dell'ambiente indie più elitario.

"Belong" è infatti un disco che non rinuncia alle melodie twee o alle atmosfere dreamy ("Ann with an E" ne è un esempio) ma che oltre ad aver ripulito abbondantemente il suono e aver infiorettato il tutto con massicce tastiere, incorpora elementi di grunge e college rock americano che rendono tutto più appetibile al grande pubblico.

Nel disco quindi troviamo canzoni di grande appeal melodico e commerciale come la title-track "Belong", un riuscitissimo matrimonio fra le melodie soffuse dei primi field mice e la malinconia distorta degli Smashing Pumpkins, seguiti da ottimi momenti che ci riportano nella Scozia della seconda metà degli anni 80 come  "The body" ( i Cure suonati dagli Stone Roses) ma nel complesso il disco risulta meno affascinante: le influenze americane sono veramente forti e canzoni come "Girls of 1000 dreams", dalla melodia sfacciatamente twee ma con un arrangiamento pseudo-grunge totalmente fuori luogo, lasciano l'amaro in bocca...

Con  "Too tough" e "Strange" l'album si conclude con due canzoni in cui le influenze dream pop si palesano e ci tranquillizzano: non siamo davanti a un album di basso livello, e i Pains rimangono un gruppo capace di scrivere canzoni interessanti e melodie indimenticabili, e se ci soffermassimo solo su questo il voto sarebbe quasi ottimo, ma purtroppo le paure che il gruppo voglia abbandonare gli esordi per strade più "mainstream" sono ormai realtà e si sente meno anima e più cervello in ogni singola canzone...

Godiamoci quest'album quindi, perchè il prossimo quasi sicuramente ci farà trovare un gruppo sempre più cool, certo, ma sempre meno puro di cuore.          

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