Aprite bene gli occhi e attenti a dove mettete i piedi.

Questa raccomandazione è d'obbligo ascoltando ..."And You Were A Crow", debutto coi fiocchi di 5 ragazzi americani provenienti dal New Jersey pronti a travolgervi e lasciare terra bruciata dietro il loro passaggio.
Me li immagino a bordo di una di quelle vecchie roulotte superstite di chissà quale sventura, ancora pronta a macinare chilometri da una parte all'altra, scarrozzandoli from town to town.
It's the same old story: rimanere al passo coi tempi o seguire la linea tracciata ormai 4 decenni fa dai pionieri del genere?
Qui si può trovare il giusto compromesso, trame che rendono onore agli anni '70 ma rivisitate in salsa moderna, tutto il feeling degli anni d'oro unito ad una produzione fresca e che non sa di revival. 

Ci sanno fare i Parlor Mob ed hanno grande talento, riuscendo a coinvolgerti fin da subito con la loro energia: "Hard Times","Dead Wrong", "Everything You Are Breathing For", "The Kids". Mettendo bene in chiaro che i loro riff non sono semplici open chord amplificati e dilatati, piuttosto abili tessiture molto care a Jimmy Page ma anche ai fratelli Allman.
Queste canzoni filano che è una meraviglia ed è proprio qui il bello, tutto è autentico non sono una semplice sorpresa!
Riff esplosivi "Bullet", "Real Hard Headed" innescati dalla voce catalizzante e potente di tale Mark Melicia. A volte sofferta altre più suadente ma sempre diretta e in primo piano. Che dire poi di "Tide Of Tears" (già un classico per me) la preferita del lotto non fosse altro per l'interpretazione al microfono e per l'assolo finale."Carnival Of Crows" non fa altro che ribadire quanto ho già detto sul groove che questa band sa regalare.

Sono presenti anche aperture acustiche. Ed è proprio qui che a mio parere dovrebbero insistere per essere unici; l'opener di "When I Was An Orphan","Angry Young Girl" e la sorprendente "Can't Keep..." che pare essere una outtake da Led Zeppelin III.
Non si sono fatti mancare proprio niente in questo debutto, compresi piano e moog che fanno da collante a buona parte dei brani senza però risultare ingombranti (la pasta sonora è fatta di chitarre che vanno a braccetto o che si rincorrono senza fiato).
C'è già chi dirà: <<troppo anni '70, troppo simili agli Zeppelin...>>, come no, intanto però lo vedrei più come un vanto che come una colpa, visto anche il risultato. Se poi il futuro è in mano a gente come loro possiamo stare tranquilli, hanno tutte le carte in regola per conquistarsi i gradi sul campo data dopo data.

A dispetto dei Wolfmother hanno molte, ma molte, più frecce nel loro arco (leggasi capacità tecniche), più vari nella proposta e più "classici"dei The Answer.
Così non è un azzardo puntare una bella pila di chips su di loro e chissà che il tempo e soprattutto il secondo album non facciano saltare il banco.
La scelta è vostra se stare al gioco o passare la mano ma soprattutto come uscire da questa situazione...
...Sullo sfondo un vecchio capanno in fiamme, un recinto distrutto abbandonato da poco, covoni di paglia devastati, tracce di una vecchia roulotte segnano l'unico sentiero in discesa verso il fiume. Dietro di voi una vegetazione arsa, un puzzo di brucio e una mandria senza controllo che tira dritto a folle velocità... La gang del New Jersey è appena passata di qui.
Amazing! Direbbero dall'altra parte dell'oceano, io dico: "Aprite bene gli occhi, mettetevi in salvo, correte se potete... Ma attenti a dove mettete i piedi..."

Il parere del commendator Bossolazzi:
<<Scopriteli prima che lo facciano altri! 5 nespole 5>>.

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