Il piano per far saltare in aria la torre Eiffel.

Uno dei gruppi più schizofrenici che conosca e tra i più controversi.

Tanto per raccontarvi qualcosa su di loro: nei concerti si presentavano con delle fasce intorno ad un braccio con scritto "PLOT" su di un cerchio bianco, a mimare quelle portate dal partito Nazista. I loro live diventavano uno scenario selvaggio dove veniva brutalmente aggredita la strumentazione e pure il pubblico, con il cantante che andava a sputare addosso agli spettatori maschi, spesso poi baciandoli e spogliandoli.

Non a caso, in questo disco è ricorrente il tema nazista/fascista (come suggerisce anche la copertina), soprattutto per ridicolizzare e schernire la sottocultura neo-nazista; ma fu indirizzato anche ad altri obbiettivi, come la politica di George W. Bush.

Il gruppo offre una fusione di svariati generi: Post-Hardcore, Free Jazz, Post-Punk, Noise Rock e potrei continuare.

10 brani per 24 minuti di musica da ascoltare in un'unica gittata.

Comincia subito con le dissonanti e caotiche "Reichstag Rock" e "Exile On Vain Street", in cui si fa puro affidamento su melodie strazianti di chitarra e del basso dal tono corposissimo, che sarà più che presente nel corso dei brani.

In "Vulture Kontrol", una delle tracce più "tradizionali" forse, il giro di basso è il padrone indiscusso. "Drake The Fake" spiana il percorso agli armonici, i feedback e i giri più che malati di chitarra; uno dei punti più alti del disco.

Ma è in "Angry, Young And Rich" che parte la pazzia Free Jazz mista al Post-Hardcore, dove entra in scena il pianoforte, oggetto di stupro musicale. La cattiveria assale nel piacevole disordine di "Lipstick SS", in cui viene presentato pure un altro strumento, ovvero il sassofono in preda ad attacchi di Tourette.

Nella cacofonica "SLC Hunks" invece il ritmo di scioglie un po' di più, presentando un morboso groove Dance-Punk.

Dateci dentro!

(davvero un peccato siano già passati 10 anni dallo scioglimento)

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