92 Euro, biglietto comprato on line a maggio, posto in tribuna laterale. Acustica pessima, dovuta al tetto in lamiera due metri sopra la testa. Bene, si comincia.

Sting: bravissimo, in splendida forma con il suo basso Fender Precision Vintage scrostato, canta e suona come Dio ed è pure il suo compleanno. Lui è abituato a suonare con Vinnie Colaiuta e Omar Hakim, così ogni tanto si piazza davanti alla batteria di Copeland e lo guarda come a domandargli "Ma possibile che ancora non hai imparato a suonare la batteria?". Ma bisogna passare la nottata, per cui, da navigato professionista prosegue il suo lavoro. I gianduiotti li ha mangiati, l'aereo personale non gli manca, per cui va bene così.

Copeland: l'uomo che ha cambiato per sempre il modo di suonare la batteria, lo Stanley Kubrick del drum set. Le fluttuazioni di tempo che da sempre affliggono le sue performance ancora non lo hanno abbandonato, ma resta comunque una figura mitologica alla quale si perdona tutto. O quasi. In "King of pain", salta sullo sgabello della batteria un paio di misure in ritardo. Il labiale di Sting in tale occasione pareva essere "What-the-hell-are-you-doing" o anche "machecazzocombini". Divertente.

Summers: l'artrite deformante gli impedisce di prendere correttamente le difficili posizioni dei riff di "Every breath you take" e compagnia. Svolge faticosamente il suo compitino, di tanto in tanto Sting gli si avvicina cercando di "gasarlo" senza riuscire a smuoverlo dal suo torpore. In alcune canzoni utilizza un guitar synth con il quale riproduce un suono di sassofono o roba simile (mi fa schifo il sax vero, figuriamoci quello finto), suonandolo peraltro con megapennate a sei corde. Sting, tu che dovresti saperlo, spiegagli per favore che il sassofono è uno strumento monofonico. Roba da dilettanti, ma trattandosi di uno dei più grandi chitarristi della Storia, forse è una scelta "artistica".

Questo concerto non si poteva perdere, bene lo sanno gli organizzatori che vendono i biglietti a 100 euro. Io amo i Police e le loro immortali canzoni, ma preferivo ricordarli "da vivi". In ogni caso, gli 80.000 presenti sono rimasti soddisfatti (tranne me), per cui dopo tutto è stato un grande successo. Mi rammarico soltanto di non essere riuscito a sentirli nel 1980, quando forse sarei riuscito ad apprezzarli maggiormente, con il candore dei miei 12 anni.

Opinione personale, beninteso. Siate clementi.

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Di  animasalva

 "Il trio da solo non fa rimpiangere l’assenza di musicisti aggiunti."

 "I Police sono davvero un gruppo straordinario!!!"