La prima formazione nata tra la fine del 1976 ed il principio del 1977 annovera Stewart Copeland alla batteria, Gordon Matthew Sumner al basso ed Henry Padovani alla chitarra. Le prime prove del gruppo si svolgono nel mese di gennaio e vedono al timone di guida il giovane batterista colpito appieno dalla filosofia punk, l'abile bassista (che indossa sempre un maglione a righe gialle e nere che gli varrà il soprannome di Sting) e la partecipazione di Andy Summers le cui composizioni armonicamente più complesse riescono a rendere più difficoltoso il tenere il passo del più che modesto Padovani. Dopo vari mesi di prova incidono per la Illegal Records il singolo con "Fall Out" (in cui apprezzerete le qualità di chitarrista solista di Stewart) e "Nothing Achieving" che ottiene un ottimo riscontro in ambito punk.
Di qui a breve Henry abbandona e lascia il posto al più maturo Andy Summers (già passato tra le mani di Soft Cell, Jon Lord dei Deep Purple e Mike Oldfield tra gli altri, ma non presente su Fall Out!), che a dispetto del contesto storico unitamente ai suoi due compagni d'avventura, si renderà conto quanto nella musica siano ancora importanti la sostanza e la capacità di innovazione. Il gruppo a quattro dura solo alcuni concerti, così il nuovo terzetto (che in passato avevatentato di farsi conoscere con il nome di Strontium 90, di cui è disponibile un fantastico cd chiamato "Police Accademy" su Pangaea Records del 1997), entra in studio e per la A&M pubblica "Outlandos D'Amour".

Le prime battute di "Next To You", un brano che risplende per ritmica esplosiva ed un cantato melodiosamente gridato, chiariscono quanto un suono compatto ed espressivo possa rappresentare uno dei punti forza della combinazione di questo esordiente terzetto. "So Lonely" è una di quelle tracce che possono essere considerate uno dei pochi lapalissiani esempi di quei punti di congiuntura fra white reggae nelle strofe e rock wave di un trascinante ritornello. "Roxanne" (pubblicato nell'aprile del '78 come 45 giri) conferma come la prolifica ispirazione compositiva di Sting (oramai la leadesrship è sua!) stia guadagnando terreno all'interno del gruppo, considerato come oltre all'abile combinazione narrazione/musica prediliga sempre più spesso cimentarsi in ambiti dove atmosfere soft ben si alternano a momenti più cadenzati. Con "Hole In My Life" l'uniformità sonora sin qui presentata viene ad interrompersi, allo stesso modo in cui la componente reggae siattenua, dando luogo ad un rock melodico di pregiata fattura. Sicuramentela palma di brano più divertente la conquista "Peanuts", dove la spensieratezza e la giocosità la fanno da padrone, oltre ad un esemplareassolo e ad una inaspettata tromba a colorarne il finale. L'apertura della b-side di quello che era il buon vecchio ed amato vinile, spetta alla esuberante "Can't Stand Losing You" esempio superlativo di eccellente bravura compositiva del giovane "pungiglione", mostrando quell'impareggiabile talento nel tirar fuori una strofa di inaudita bellezza congiunta ad un bridge ed un derivato refrain, incantevoli entrambi, forgiando uno dei rappresentanti più esemplari di quel reggae&rock che si distinguerà da qui in avanti come il marchio di fabbrica dei Police. Quasi tre minuti di rock tenace e compatto non potevano che essere annunciati da un titolo profetico come "Truth Hits Everybody", in cui la collaudata triade ci fà capire che destrezza ed abilità sopraffina possono essere sprigionati anche suonando i soliti tre accordi.
Dopo l'inno generazionale "Born In The 50's" (piacevole ma senza pretese) ed il pop rock di "Be My Girl-Sally" (che ha la stessa intro di "3 O' Clock" dal citato "Police Academy" ), dove ascoltiamo un dilatato intermezzo parlato, il disco si risolve con la particolare "Masoko Tanga" dove Sting con la voce segue le direttive degli strumenti, Stewart attraverso le sue magiche bacchette dissemina un'innata tribalità che ben si lega all'atmosfera evanescente creata dalle dita di Andy. Anche se la critica colta non gli ha riservato un'accoglienza molto calorosa, ritengo di trovarci di fronte ad un lavoro che ha tutte le carte in tavola per essere considerato un regale portagioie sia per la presenza di brani validi sia per quella creativa e fantasiosa maniera di fare musica con cui si è riuscito ad amalgamare sonorità (reggae e rock) e tendenze musicali (punk) che sembravano dover vivere disgiunti sino ad allora (a. d. 1978); un album che oltre a rivestire un ruolo da spartiacque per fruitori ed addetti ai lavori lo sarà anche per la band in questione, che non girerà più spot pubblicitari (come avvenuto per la "Wrigleys Chewing Gum" per cui si dovettero ossigenare i capelli, portando seco quel look dorato che li avrebbe contraddistinti per gli anni a venire) per superare infelici situazioni finanziarie, così come Sting poco più avanti, ricoprirà il ruolo di Ace Face in Quadrophenia dando il via alla sua prolifica e dignitosa carriera di attore.

Dieci brani per quasi 40 minuti di eccellente musica, che possono collocare "Outlandos D'Amour" tra quei lavori con il ruolo di precorritore di quel periodo innovativo chiamato New Wave, quanto i (The) Police a svolgere opera di rinvigorimento a favore di un genere in pieno deficit di popolarità.

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