Si è già discusso molto sul fatto che, forse, il rock ora è davvero morto.
La salma però è stata prontamente imbalsamata, esposta al pubblico e frotte di visitatori la omaggiano di continuo. Per fortuna si organizzano continuamente pellegrinaggi da ogni parte del mondo: orde di adolescenti adoranti, muniti degli appropriati "santini" - compact disc e siti web - dedicano al de cujus momenti di raccoglimento nella speranza di ereditarne pezzi di anima. Nei primi anni del nuovo secolo degni adepti (muniti di atto notorio?) - Interpol, Franz Ferdinand, Editors, Strokes etc. - sono stati capaci di mettersi in lista di successione ed ottenerne anche un ritorno economico. Ma prima ancora di loro, intraprendenti e ben attrezzati giovanotti hanno esplorato in lungo ed in largo il ben di dio che giaceva inesplorato ed inaccessibile sotto terra: ristampe su CD di preziosità antiche - Kraut-Rock, Progressive minore, Psichedelia texana e quant'altro - hanno risvegliato coscienze ed intelligenze soniche. Il Post Rock cos'è in fondo se non un profondo omaggio al Rock In Persona?
In quest'ottica funeraria posso benissimo accettare che neo-rockers mi propinino roba già sentita, masticata e risputata con nuova energia. Ultimamente mi ero imbattuto negli Intelligence ed è stata una piacevole sorpresa. Ora mi capita sotto mano questo "Laced With Romance" dei Ponys (anch'essi etichettati In The Red, sarà un caso?). Per i più anziani i primi ascolti saranno un puro esercizio di districamento da sonorità deja-vu: Television, Devo, New Wave: spesso vi assalirà quella s/piacevole sensazione di sapere che cosa stanno suonando ma non ricordarne i dettagli (ce l'ho sulla punta della lingua). Comunque sia, roba ottima suonata con sincerità e passione.
"Laced With Romance" datato 2003 dei chicagoani (guarda un po') Ponys, inizia con un paio di songs ispirate a "Jumping Jack Flash" degli Stones cantata però da Tom Verlaine ma è soltanto un'impressione, dopo il paesaggio si popola di piacevoli ed accattivanti atmosfere old-new wave che sembravano sopite da anni (Pere Ubu, Stranglers?). Ma ancora: punk '77, tastiere rigorosamente analogiche, garage periodo Fleshtones, riff chitarristici che ritenevo ibernati per sempre, ritrovano nuova luce. I Ponys fanno roba vecchia ma si intuisce benissimo che è proprio questo che vogliono fare.
Facciamo una bella cosa: ci metto un sei, sette samples così decidete voi.
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