Quando si parla di Prodigy in molti storcono (giustamente) la bocca pensando a quel gruppo molto trendy che nel 1997 sbancava le classifiche mondiali annacquando in un crossover piuttosto grezzo alcune buone intuizioni musicali. Bisogna sapere però che prima di arrivare a quel compromissorio album chiamato "The Fat Of The Land" i nostri avevano già dato prova di saperci fare, prima nel '92, con l’ingenuo ma rappresentativo "Experience", e poi nel '94, con il loro capolavoro "Music For The Jilted Generation", nel quale brani strutturalmente rave venivano contaminati sapientemente con elementi rock. Liam Howlett faceva nascere così interessanti ibridi quali la mitica "Voodoo People", martellante breakbeat forte di un indimenticabile riff di chitarra sintetica, e il techno metal di "Their Law" (che vedeva la collaborazione degli specialisti della contaminazione Pop Will Eat Itself). Altro brano di punta era la velenosa "Poison", geniale e cattivissimo hip-hop cantato raggamuffin irrobustito da sprazzi noise-industrial che anche riproposto oggi si mangerebbe a colazione tutti quei rapper neri o/e bianchi finto-incazzati che infestano le classifiche. Altrove i brani proposti erano meno "contaminati" ma comunque notevoli: l'inno rave "No Good (Start The Dance)" con tanto di vocina campionata ed accellerata, l'iniziale "Break & Enter" avvolgente e martellante insieme, il breakbeat old-style di "Full Throttle" che sembrava provenire dal primo album, e l'acida "One Love". Molto meno pregevole invece risultava l'appendice conclusiva del lavoro sottotitolata "The Narcotic Suite" nella quale i Prodigy, accantonata l'urgenza techno, tentavano di creare una sorta di musica psichedelica aggiornata all'era rave: il risultato però era quantomeno ampolloso.
Due anni più tardi Liam Howlett banalizzerà il suo stile ingabbiandolo nella forma canzone (senza saper scrivere canzoni) e per di più affiderà le parti vocali ad un ballerino (che non sapeva cantare), ma questa è un'altra storia.
Ascoltate "Music For The Jilted Generation" e ascolterete uno dei dischi più rappresentativi degli anni novanta.
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