Anno del Signore 1997: due fratellini ricevono in dono per Natale un oggetto strano. Di plastica, grigio, compatto, rettangolare con 1 specie di cerchio sopra.
Attaccato tramite un filo un'estensione di simile materiale e colore dalla forma futuribile e pieno di bottoni. Se ne parlava ovunque e c'era chi diceva che "avrebbe rivoluzionato il mondo dei videogames". A indispensabile corredo, il pacchetto conteneva anche due dischi, per iniziare a prendere confidenza con questa nuova realtà ludica.
Entusiasta, il fratellino più piccolo collega subito il nuovo regalo a una piccola tivù e inserisce un disco a caso dei due. Subito una musica rimbomba tanto forte che, nella stanza accanto, la sorellina più grande inizia a scatenarsi e pensa "Cazzo, che invenzione".
L'invenzione era la Playstation, il gioco Wipeout e la canzone "Firestarter" dei Prodigy. La cassettina (ORIGINALE!!!) prese saldamente posto nello stereo e non se ne andò più per parecchio tempo, per poi uscirne malconcia nel nastro e soprattutto nella custodia, provata dai numerosi prestiti e doppiaggi (ma ce l'ho ancora!). "Smack my bitch up" ti travolge, le urla roche del gran maestro di cerimonie Keith Flint irrompono a violentare la tua tranquillità con prepotenza e non ti lasciano più scampo per tutta la durata del disco.
Il video, si disse, fu censurato e Mtv lo trasmetteva solo di notte (ragione per cui non lo vidi mai), c'entrava la puttana del titolo ? I pezzi si susseguono incalzanti e senza un attimo di respiro, "Breathe" è un pugno nello stomaco, e qui, per la prima volta, li vedo in faccia. Vedo un pazzo dagli occhi spiritati, con la faccia trafitta da assurdi (per l'epoca) piercing e due ciuffi di capelli sparati e colorati come il più folle dei Pennywise e un marcantonio di colore vestito di nero con le pupille bianche, entrambi si rotolano in stanze sudicie piene di scarafaggi. La ragazzina cresciuta a pane e Take That ne viene conquistata subito... e la cassettina continua ad andare. "Serial thrilla" e "Mindfields" portano dritti al capolavoro, "Narayan". Tutto si mescola in questo pezzo: techno, hard core, jungle, rock e finanche un tocco di indie nella nenia ossessiva che continua a ripetere il titolo per ben nove minuti di durata.
Dopo, in un micidiale uno-due, "Firestarter", il primo amore che non si scorda mai, con la sua minaccia "I'll test ya psycho-somatic, atic-insane, come play the game, inhale, you're the victim" snocciolata su un ritmo scandito da suoni come di martelli che picchiano. Il booklet è all'altezza, all'interno una versione fumettistica di Keith, Maxim e soci (proto-Gorillaz?) veramente forte. A chi mi chiede il genere.... alzo le spalle, non so rispondere adesso come non ho mai saputo rispondere in passato.
Il ciccione della regione è.... un discone dei Prodigy, uscito nel momento giusto, post-prodotto in maniera sublime e senza dubbio un capolavoro a suo modo. Di sicuro un riferimento e un'influenza per tutti i dj e i produttori che verranno, Chemical Bros e Norman Cook (Fatboy Slim) in testa, che questi lo vogliano o no. "Oh my God, that's a funky shit!"
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