Ho già scritto, su queste pagine, della bontà delle letture vivaldiane dell'ensemble The Purcell Quartet, relativamente ad alcune esecuzioni degli anni 90 di "Sonate per 2 Violini e Basso Continuo" edite dalla Chandos.
Per verificare se quelle letture fossero o meno un'eccezione e, nel caso in cui non lo fossero state, cercare di comprendere la maturità artistica di un ensemble cameristico, ho recuperato questo CD Hyperion con analogo programma, ma più distante cronologicamente.
Si tratta di 5 "Trio Sonate" registrate in studio dal quartetto inglese nel settembre del 1985. Il programma affianca alle ben note Variazioni su "La Folia" (ossia la Sonata in re minore RV 63 op. 1 n. 12, guardacaso in posizione centrale nel CD), 2 "Manchester Sonatas" (la RV 754 in do maggiore e la RV 758 in la maggiore) e altre 2 Sonate meno frequentate (la RV 74 in sol minore e la RV 60 in do maggiore).
Non voglio dilungarmi sulle Variazioni le quali, seppur ottimamente eseguite, mancano di quel tocco di ruvidezza, di genialità e di fantasia che dovrebbero caratterizzare tale musica. Non aiuta, in tal senso, la stessa registrazione, caratterizzata da un'eccessiva morbidezza che sembra "smussare" i toni.
Nonostante i pochi anni di differenza, siamo di fronte ad un piano interpretativo completamente diverso tra queste incisioni e quelle Chandos, pur in presenza di un analogo repertorio.
Questo non significa che l'ensemble non riesca comunque nell'intento, restituendo letture colte ed originali proprio delle restanti Sonate.
Ecco allora emergere l'eleganza espressiva nell'"Andante" della RV 74, con il delicato basso continuo del violoncello e dell'organo ad accompagnare le risposte, in leggera lontananza, del secondo violino oppure la cadenza ritmata del "Preludio (Largo)" della RV 758 (sample), che ricorda una camminata regale, un passo alla volta, su un lungo tappeto rosso (non a caso sono inglesi...) oppure la freschezza, nel tipico incedere fluido vivaldiano, dell'"Allegro" della RV 60.
Anche se non ritrovo quel vigore e quell'intensità che i 4 sapranno esprimere qualche anno più tardi, queste incisioni dimostrano comunque che non si tratta del caso o della fortuna. E' questa intelligenza nel saper caratterizzare un'interpretazione che distingue l'artista di medio livello, da uno di qualità superiore.
Non ho, pertanto, più dubbi su quali esecutori consigliare a chi mi chiedesse della musica da camera del Maestro veneziano.
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