Undici inni suburbani appena orecchiabili, nonostante la voce sgraziata del frontman Alan Donohoe. Questo è quanto hanno da offrire The Rakes, l’ennesimo quartetto d’ oltremanica che nessuno stava aspettando. Una delle poche note positive di "Capture/Release", oltre all’esigua durata (poco più di mezz’ ora), è la scarsa serietà con cui i Rakes prendono la loro musica. In breve: il messaggio è l’ assenza di qualsiasi messaggio. Contenti loro! Il “ the” posto davanti al nome del gruppo rimanda ai vari The Strokes o The Libertines, ma a differenza di questi supergruppi (oramai svaniti, ma questa è un’ altra storia) l’arroganza dei nostri traspare al massimo dalla sciattezza con cui si presentano in pubblico.
A quanto pare in Inghilterra vanno di moda gli sfigati. Niente da eccepire, quando si tratta di personaggi innocui come i The Rakes. Consiglierei al massimo di scaricare un paio di brani (Strasbourg e Retreat), giusto per mettersi l’ anima in pace e continuare a dormire sonni tranquilli, confortati dalla rassicurante certezza di non aver buttato via 20 preziosi euro. Non è infatti il caso di investire denaro in canzonette di quasi nessuna consistenza come queste.
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