I Raveonettes continuano a non essere lo stato dell'arte dello shoegaze. Comunque nessuno di noi ascolta solo dischi perfetti, bellissimi, acclamati, da plebiscito di critica e applausi della gente; a parte, forse, qualcuno intellettualmente disonesto e un po' triste. Quindi pure quest'ultima uscita del duo danese è perdonabile per la sua fiera grossolanità di genere, a maggior ragione perché i debiti con Psychocandy sembrano quasi definitivamente estinti e i Raveonettes sono diventati ormai decisamente bravi a dosare le influenze senza più cadere nell'imitazione pedissequa.
Il disappunto di ascoltare un album intitolato Pe'ahi senza praticamente trovarvi traccia di surf - né chitarroni da Dick Dale (a parte un'ombra nella coda di The Rains of May, bel momento), né le nuove derive - e nell'ascoltare un album dei Raveonettes che suona abbastanza diverso dai Raveonettes come li ricordavamo, cede il passo alla sorpresa immediata per l'andazzo bossa di Endless Sleeper, coi suoi arpeggi, le sue esplosoni e col finale lo-fi panoramico e emozionale: bel primo colpo. Cede il passo anche al sorprendente lirismo, quando finora le liriche erano state più un'esigenza dovuta al cantato; il signor Wagner, babbo di Sune Rose, è morto l'anno scorso, e suo figlio s'è buttato sul surf e ha deciso di scriverci su per far cantare tutto alla sodale Sharin Foo (per fortuna): così Kill! parla della volta che Sune vide il signor Wagner scoparsi una troia rossa, Endless Sleeper della volta che Sune è quasi annegato e Summer Ends del dolore della perdita. Che ci prediate o no, tutto ciò rappresenta un notevole passo avanti.
Ma non ascolteremo i Raveonettes per i testi; li ascolteremo perché sapranno farci ballare e/o dormire col loro incedere madchesteriano immerso nei soliti fuzz e casini, che trovano in Kill! e nella sua accattivante linea baritonale di chitarra il loro apice, o nel pezzone Sisters che sposa strummate di acustica caraibica, tappeti volanti di noise chitarristico, carillon, falsetti eterei, frasi di chitarra incredibilmente ispirate e sincopato danzereccio da aggiungere ad almeno un altro paio di pezzi veramente riusciti da buttare in compilation shoegaze: gli ingredienti sono più o meno questi. Miglior disco dei Raveonettes finora: non vi cambierà la vita, ma oh.
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