Terzo Album per gli Svedesissimi Raveonettes, rappresentati da Sune Rose Wagner e Sharin Foo. Questi due Semi-cloni dei Fratelli Reid (ovvero gli indimenticabili Jesus & Mary Chain) riescono a stupire per la loro non originalità sia delle songs che sopratutto del sound. Dopo un secondo album al di sotto delle aspettative tornano alla grande mettendo insieme 13 fresche canzoni che non hanno niente di nuovo, anzi sembrano rubate ad un mix di gruppi e personaggi che hanno fatto il suono e la storia della musica degli ultimi 40 anni, almeno.

Ma la cosa sconvolgente è che pur non inventando niente di nuovo riescono con questo loro terzo album (che non rappresenta molto il new garage rock degli esordi) a stupire già al primo ascolto, proponendo delle belle canzoni di facile ascolto ed insufficientemente impegnate, melodie da film west e ballatine anni cinquanta. Oltre a molta chitarra acustica e alle storiche chitarre distorte alla J&MC, si aggiungono strimpellate di chitarra tipo Grestch White Falcon che ricordano molto il favoloso South sound degli anni d'oro, il tutto riempito da buoni cori e da un cantato preciso.
L'album marcia quasi interamente allo stesso livello senza troppi bruschi alti e bassi, spiccano ma non di molto secondo me la dolce "Somewhere in Texas" la rockeggiante " Sleepwalking" e la nostalgica "Ode to L.

Un disco modesto ma ben prodotto, che lascia dopo pochi ascolti una sferzata di nostalgia anni '50 e che sicuramente non entrerà nella storia della musica, ma che si presta bene ad un ascolto tranquillo, compagno ideale di orecchie non troppo sopraffini in abbinamento ad una comoda poltrona, oppure da portare sotto l'ombrellone, sognando praterie infinite e spazi interminabili con le note di queste 13 "simpatiche" canzoni.

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