Sedetevi su una poltrona comoda, accendete una sigaretta e assaporate un buon whiskey, possibilmente torbato e scozzese. Gli Stones per sfuggire alle ingenti tasse della Corona britannica si rifugiarono in Francia, a Nellcôte, una antica villa nobiliare nei pressi di Nizza. La notte si suonava e alle prime luci dell'alba Keith e compagni andavano in barca verso l'Italia per acquistare pesce fresco o per fare colazione, oppure a Marsiglia, per fornirsi di un'altra materia prima. Lo studio era uno scantinato umido e ammuffito. La band era diventata una vera e propria carovana circense, per nostro piacere però, aveva arruolato i MIGLIORI circensi in circolazione. Il metronomo di Charlie Watts, il basso English Breakfast di Bill Wyman, il vecchio cuore blues di Keith e lo scenografico ed edonista Jagger furono affiancati dalla crème della crème dei migliori turnisti del mondo. Bobby Keys sputa nel suo sax come se fosse un etilometro il suo sangue americano, unito a un pianista blues del calibro di Nicky Hopkins, con Billy Preston all'organo, vabbè. Le più dolci ballate, che ricordano quei tramonti rosso fuoco derivano dall'influenza di Gram Parsons, grande amico di Keith. Ragazzi qui c'è tutto: blues, rock n' roll, contaminazioni folk, eroina e tanto, tanto talento.
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