Quando si parla degli Stones, generalmente ci si riferisce a "Exile On Main Street" come al gigantesco spartiacque fra il periodo d'oro del gruppo - sintetizzato dal brillante pentagono "Aftermath-Beggars Banquet-Let It Bleed-Sticky Fingers-Exile On Main Street "- e quello della lenta ma inesorabile flessione. Non sono d'accordo.
"Goat's Head Soup" è un grandissimo disco e merita di essere rivalutato. Siamo nel 1973, la band è nel periodo di massimo splendore ma Keith Richards è sempre più inguaiato con la droga. La sua partecipazione al disco è esclusivamente un fatto di forma, visto che i contribuiti reali sono ridotti al minimo. Questo ha un duplice effetto sul sound della band: dà la possibiltà al sottovalutatissimo Mick Taylor di esprimere nel migliore dei modi il suo straordinario talento di chitarrista blues ma, contemporaneamente, porta ad un ammorbidimento generale del sound: le chitarre graffiano meno del solito e grande spazio viene riservato alla ballad - non a caso questo è il disco di "Angie". "Dancing With Mr. D", con un riff splendidamente lento e tenebroso di Richards, apre il disco con il suo andamento lento ed indolente. La successiva "100 Years Ago" è la prima splendida ballata del disco: l'interpretazione di Jagger, supportata dai cori di un Richards insolitamente preciso alla voce, è sentita ed emozionante; per il resto la canzone è un entusiasmante saliscendi che culmina con la cavalcata elettrica finale e lo strepitoso assolo di Taylor.
"Coming Down Again" rallenta il ritmo, con il delizioso contributo al piano di Nick Hopkins, che esalta l'interpretazione di Jagger e Richards che si alternano alla voce. Il pezzo successivo "Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)" colora il tipico rock degli Stones con tinte funk gradevoli e, per quanto mi riguarda, gradite. Su "Angie" è stato detto tutto: la grande interpretazione vocale, le mille sfumature conferite dalla sezione di archi, il piano di Nick Hopkins. Gran pezzo, ma non il migliore. Dopo il tripudio di slide elettrici di "Silver Train", quasi un outtake di "Exile On The Main Street" per il suo andamento tra il rock-country e il boogie-woogie, approdiamo allo spensierato e travolgente woogie di "Hide Your Love" (con un inedito Mick Jagger al piano) e alla splendida "Winter", altra ballata elettrica che si avvale ancora un volta - ma è una costante dell'intero disco - di un assolo indimenticabile di Taylor. Si chiude con la particolarissima "Can You Hear The Music", con uno splendido chorus e un muro di chitarre elettriche sguscianti che, tra un assolo e un altro, fanno spazio ad un esotico piffero che si infila fra le mille percussioni in supporto alla come sempre disciplinatissima batteria di Watts. Forse il pezzo migliore del disco.
La chiusura spetta al rock‘n’roll di "Star Star", dal canovaccio più che collaudato. "Goat's Head Soup" è un gran disco, purtroppo penalizzato dalla parziale assenza di Richards. Un disco da rivalutare, da riascoltare con attenzione perchè, oltre a contenere perle di inestimabile valore come "100 Years Ago" e "Coming Down Again", permette di apprezzare il lato più "morbido" degli Stones e soprattutto lo straordinario talento di Mick Taylor, un chitarrista di straordinaria sensibilità artistica purtroppo penalizzato da un carattere introverso e schivo che l'ha tenuto - e lo tiene tutt'ora - all'ombra di chitarristi molto meno talentuosi.
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