Il "periodo buio" era già iniziato da un pezzo, quando nel 1994 i Rolling infilano l'ennesimo album della loro sterminata discografia. Premetto che secondo me il gruppo avrebbe potuto tranquillamente smettere alla fine dei '70, se non altro per lasciare un'immagine decente di sé, ma tant'è.

Dicevamo: anno 1994. Il cambiamento che salta subito all'occhio è il cambio di formazione; purtroppo (per loro) lascia dopo trent'anni di onorata carriera il mitico Bill Wyman, membro cofondatore della band ed ultimo ideale ponte (con Watts) tra gli inarrivabili Glimmer Twins ed i bassifondo del gruppo, rappresentati da Wood e tutto l'entourage. I contrasti interni erano ormai insostenibili, gli anni '80, tra finti scioglimenti e collaborazioni varie, avevano lasciato un segno profondo. Wyman viene quindi sostituito dal session man Darryl Jones, non ufficialmente accreditato come componente. Probabilmente il clima di decadenza è troppo intenso, anche per sostenere un cambio di formazione che solitamente porta vantaggi più che perdite (vedi "Black and Blue").

Ma non facciamoci sviare dalle premesse: nonostante tutto, questo lp rimane sicuramente il miglior lavoro degli anni '90, ed uno dei più significativi da molti anni a questa parte. Semmai, un difetto che gli si può accostare è l'eccessiva lunghezza: fosse stato composto di sole otto - dieci canzoni gli avrei dato quattro, forse cinque stelle. Punti forti: la produzione di Don Was, che fa sembrare il suono molto più 70s di quanto in realtà non sia, ed alcune canzoni veramente buone. Mi vengono in mente, ad esempio, la malinconica Out of Tears (il pezzo migliore dell'album), le atmosfere vagamente esotiche di Moon is Up ed il buon vecchio rock fatto di schitarrate riffeggianti(perdonate l'espressione) di Love is Strong, You Got Me Rockin' e Sparks Will Fly. L'apporto di Richards è ormai al minimo (lo dimostra l'improbabile The Worst), svogliato ed inebetito qual è. Solamente la copertina ed il titolo dell'album sembrano richiamare i tempi migliori, anche se qui siamo negli anni '90 e non certo nei '60/'70...

Insomma, con questo i Nostri dimostrano quello che è sotto gli occhi di tutti da 30 anni a questa parte: una costante ricerca del tempo perduto. Con scarsi risultati.

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