Orgoglio irish in chiave australiana. Suona strano vero?! Sì, ma non troppo. Perché nonostante la carta d'identità parli chiaro (a dovere di cronaca bisogna però dire che due elementi della band sono di origini scozzesi, quindi ulteriore caos geografico), i Rumjacks sono forse tra le realtà più convincenti della vasta scena irish-rock attuale. Non stiamo parlando di una band di primo pelo - i Nostri hanno infatti nel proprio curriculum alcune produzioni e tour europei (come quello attuale, iniziato ad aprile e ancora in corso!) - e proprio per questo motivo suona più semplice inquadrare un album assolutamente di spessore come "Sleepin'Rough". Perché se da una parte la band di Sidney ha volutamente perso per strada quell'impronta marcatamente punk del precedente disco, dall'altra troviamo una veste artistica più tradizionale e legata sì all'irish-rock ma anche al folk. Come in ogni loro produzione anche in questo caso non mancano canzoni ad alto tasso alcolemico, ideali da proporre in sede live e capaci di far ballare chiunque abbia un minimo di vitalità in corpo. Questo ma non solo, perché "Sleepin'Rough" è prima di tutto un mezzo di protesta, verso quell'Australia che tutti vedono come un paradiso ma che, purtroppo, così non è. Spazio quindi a brani decisamente duri negli intenti come "A Fistful O'Roses", primo singolo estratto che mette bene in evidenza (anche attraverso un riuscitissimo video) la lenta e inesorabile morte di ogni luogo di svago di Sidney, con pub e club costretti a chiudere a causa di permessi non concessi dalle autorità locali. Insomma divertimento ma anche una presa di posizione ferma che mette in risalto la maturità di questi instancabili musicisti. Un lavoro per certi versi tradizionale ma che sa essere tremendamente affascinante.

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