Sono ormai passati ben 5 anni da quel "Wincing The Night Away" che aveva portato la Sub Pop records al più alto risultato in classifica di sempre (n. 2 nella Billboard 200 Chart statunitense), e in casa Shins sono cambiate tante cose.
Innanzitutto la formazione: posto che fondamentalmente stiamo parlando di un progetto che ruota intorno ad uno dei migliori autori indie della sua generazione, ovvero James Mercer, un ricambio pressoché totale ha portato all'allontanamento del tastierista Marty Crandall e il batterista Jesse Sandoval in favore dell'ingresso di Ron Lewis (Grand Archives), Eric D. Johnson (Fruit Bats) al basso e Joe Plummer dei Modest Mouse dietro le pelli. Poi il contratto discografico: chiuso il rapporto con la Sub Pop Records, Mercer ha optato per licenziare il nuovo lavoro tramite la propria etichetta Aural Apothecary, appoggiandosi però alla major Columbia (cosa che ha fatto, al solito, storcere il muso a qualcuno).
Venendo al nuovo disco, battezzato "Port Of Morrow" chi si aspettava anche solo una parziale "svendita" del progetto Shins dovuto al coinvolgimento di una major rimarrà deluso: i fucili possono abbassarsi. Il quarto lavoro in studio della band è un disco solido, fresco, arrangiato e prodotto in maniera divina. E, cosa più importante, ha tante buone frecce al proprio arco. A partire dallo sfrenato incipit "The Rifle's Spiral", un frizzante indie pop ritmato ed incisivo che a conti fatti rientra tra le migliori cose in assoluto a firma Mercer. Superato, tra pindariche svolazzate vocali e scorci melodici di alta qualità, il primo singolo "Simple Song", il disco procede tra ballate di piacevole delicatezza e stellare ricerca melodica (si ascolti il già programmato secondo singolo "It's Only Life", ma anche "September", "For A Fool" oppure "40 Mark Strasse") e pezzi di artigianato pop intrisi di vitalità e gioiosa attitudine melodica, a volte perfettamente a fuoco, come nel caso dell'ottima "Bait And Switch", altre volte leggermente sopra le righe (vedi alla voce "No Way Down", dove forse il produttore di marcate origini pop Greg Kurstin - Sophie Ellis-Bextor, Foster The People e il futuro nuovo lavoro di Dido nel suo curriculum - fa suonare il pezzo pericolosamente vicino alle cose più pacchiane dei Killers formato "Day & Age").
In altri momenti, un pizzico di fiati utilizzati al momento giusto, come nel caso della deliziosa "Fall Of ‘82", oppure un meraviglioso manto di psichedelia come nel caso della magistrale titletrack di chiusura, conferiscono al disco un aroma piacevolmente ricco, che evita di propinarci l'ennesimo lavoro indie pop ricco di tanti ricami e ricametti ma alla fin fine privo di sostanza.
Qua invece di sostanza e classe ce ne sono a sfare. Buona ripartenza per gli Shins, sperando che non ci vogliano altri 5 anni per il prossimo gioiellino.
Tracce chiave: "The Rifle's Spiral", "It's Only Life", "Port Of Morrow"
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