Tre figure si trascinano a fatica su una collina spoglia, contro il cielo la figura tetra di un albero scheletrico. Periferie urbane, cemento, squallore, tazze sporche di caffè nel disordine. (fate attenzione alle immagini del booklet, importanti quanto la musica). Può essere un disco sacro? La discussione è nata con un amico: a volte è il ricordo cui è legato che ce lo rende tale.

Io credo però che “Adore” sia un disco sacro, da ascoltare davvero con devozione: isolatevi dal mondo, nel silenzio, mentre piove, in una posizione ricettiva e non annoiata e ascoltate con calma. "digging for the feel of something new what if the silence let you dream? what if the air could let you breathe? what if the words would bring you here? what if this sound could bring you peace? " il silenzio dà tregua e ristora, permette di sognare e di trasformare il lutto in un'esperienza catartica.

Non c è nichilismo autodistruttivo, Billy ci stende una mano per fargli compagnia nelle tenebre. Aspetto molto importante è la fusione di due mondi: l’uno reale e metropolitano (Annie Dog,  Shame), l'altro del tutto visionario e gotico (“Behold The Nightmare”, “For Martha”, “Tear”) attraverso il quale trasfigura il primo, non lo elimina. I sentimenti che predominano passano dalla malinconia nostalgica, ai pianti accorati, alla sterilità emozionale; a volte la malinconia diventa disturbo incomprensibilmente alieno e sterile (“Perfect”, “Appels+Oranges”, “Daphne Descends”) che inquina l'anima ma la intriga. Bisogna però tornare alla storia del disco per comprenderne le motivazioni.

Esso rappresenta la pecora nera in un percorso artistico legato ad un grunge-hard venato di psichedelia: Corgan pensa bene di pisciare addosso a tutti spolverando tastiere anni ottanta dark wave e ponendo in secondo piano le chitarre. Il momento non era dei migliori: la madre appena morta di tumore, batterista incontrollabile e inaffidabile causa eroina. Decide bene di prendere totalmente il controllo dell'opera e di costringere il resto a seguirlo in un sogno gotico. “To Sheila”: atmosfere notturne soffuse, complessi intrecci vocali. “Ava Adore”: santa e puttana allo stesso tempo, ava strega e raccoglie in grembo come una madre, è idea di purezza e sordido desiderio. “Perfect”: atmosfera radioattiva, altera e non comprensibile (non a caso la rottura di un rapporto "strangers when we meet, strangers on the street , lovers when we sleep") “Annie dog” : registrazione scarna di depressione urbana in forma di sciocca filastrocca di simboli, sicuramente la stanza dove suonano è polverosa e illuminata da una luce bianca, chitarre sfinite se non esalanti l'ultimo respiro.

Non dico altro, ascoltate.

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