Poco dopo la pubblicazione dell'eclatante debut-album "Gish", la carriera degli Smashing Pumpkins sembra già arrivata al capolinea: il batterista Jimmy Chamberlain è invischiato in problemi di droga, il chitarrista James Iha e la bassista D'Arcy Wretzky non si possono più vedere e il leader Billy Corgan è in uno stato di profonda depressione. Sarà proprio lui per primo a non darsi per vinto: si rinchiude negli studi di registrazione, suonando tutti gli strumenti delle basi (eccetto per le percussioni), scrivendo tutti i testi, e rendendo il lavoro il più perfetto possibile. Quando anche gli altri tornarono nel gruppo si trovarono di fronte un prodotto già pronto, il quirecensito "Siamese Dream".

Rispetto al disco d'esordio, il suono di questo album è molto più compatto e attuale: si possono sentire echi grunge, hardcore, noise e un pizzico di psichedelia e new wave, il tutto frullato in 13 perfetti brani in cui melodia e rumore si alternano in modo fluido e fottutamente appagante.

Il rullante della batteria, seguito a ruota dagli altri strumenti, ci introduce in "Cherub Rock", un brano che mette subito in chiaro ciò che d'ora in avanti ci troveremo di fronte: melodici intrecci di chitarre distorte, veloci progressioni dirette splendidamente dalla batteria e assoli al limite del noise. Segue la dura "Quiet", più lenta e caratterizzata da un fantastico sottofondo di chitarre iperdistorte; il testo, poi sembra l'antitesi della musica: "Quiet / I am sleeping". Il terzo brano è uno dei più famosi della band: "Today". Ascoltando l'arpeggio iniziale sembrerebbe una dolce ballata, ma si trasforma subito dopo in un altro brano abbastanza duro, ma dal ritornello orecchiabile e immediato. I ritmi si rallentano un pochino con "Hummer", nella cui parte centrale si viene trasportati lontano dall'atmosfera psichedelica creata dal basso e dalla chitarra. "Rocket" ripercorre i sentieri già tracciati dalla triade iniziale; tutt'altro discorso per la tristissima "Disarm", ballata dominata dalla chitarra acustica, dal violino e dai rintocchi delle campane, il cui testo recita: "Disarm you with a smile/ And leave you like they left me here/ To wither in denial/ The bitterness of one who's left alone". Strappalacrime.

"Soma" parte in modo lento e pacato, ma cresce pian piano, fino a trasformarsi in un altro inno rock con uno dei migliori assoli di tutto l'album. Dopo l'assalto frontale di "Geek U.S.A.", arrivano due brani molto simili per l'atmosfera che creano, dedicati entrambia a dei parenti di Corgan: la dolcissima "Mayonaise" dedicata alla madre (il primo di una lunga serie), e l'acustica "Spaceboy" scritta per il fratello autistico. Il brano più lungo dell'album, "Silverfuck" (8.44 min) è il più sfuggente dell'album: alle strofe in cui si sentono solo i rullanti della batteria si alterna il rabbioso ritornello, che a sua volta diventa una specie di baccanale per i soli densi di feedback di Iha. Nella parte centrale la fa da padrona la sola voce filtrata di Corgan che arriva ad esclamare "Bang bang you're dead / Hole in you're head" prima del ritorno del ritornello e di un'altra progressione hardcore prima della chiusura. Dopo i nemmeno 2 minuti di "Sweet Sweet", chiude "Luna", dolce e calma ballata amorosa.

A mio parere "Siamese Dream" è lo zenit della carriera degli Smashing Pumpkins, lontano dalla magniloquenza esagerata di "Mellon Collie and the Infinite Sadness", ma, al contrario, più sincero e umile.

VOTO = 9

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