Un ritorno atteso da molti questo degli Smashing Pumpkins con un Billy Corgan convinto sulle sue capacità compositive ancora lucide come quelle del decennio passato. In tanti ci hanno sperato in quest’operazione fino a quando è stato reso nota la nuova line-up con due assenti illustri come Iha e Wretzky e il solo Chamberlin a tenere in piedi il marchio.

Gli ultimi episodi di Corgan non sono stati ottimi, cambiando la strada innumerevoli volte in pochi anni e tornando al punto di partenza; inoltre ormai sono quasi dieci anni che non compone più un album in grado di rimanere nella storia della musica come “Adore” del 1998.

“Zeitgeist” è stato anticipato dal primo singolo “Tarantula” che lascio spiazzati tutti (o quasi), sia per la copertina, che raffigura Paris Hilton con in mano la copertina del nuovo CD prossimo all’uscita, sia per la composizione, aperta con la chitarra distorta a più non posso e la rullata di Chamberlin, che si mostra subito in gran forma. Successivamente prende il via su velocissimo riff di chitarra e un ritornello orecchiabile. Numerosi i ponti tra strofe e ritornello, che fanno presagire bene al pubblico, che rendono la cantone buona, ma non eccezionale, in quanto a capo della produzione c’è Roy Thomas Baker, abile nel lavorare con gruppi come Queen, Darkness, David Bowie, Cars, ma debuttante per quanto riguarda il rock alternativo. Il grande errore del produttore in questione è stato mettere il rilievo la voce di Billy Corgan, non più cattiva come una volta anche se riconoscibilissima. Comunque si rivelerà una delle migliori del disco in cui è contenuta.

Arriva però il 7/7/07, data d’uscita del nuovo album dopo 7 anni. Tradotto dal tedesco “Spirito Del Tempo”, “Zeitgeist” si presenta con una copertina per nulla ottimista, in quanto raffigura la statua della libertà immersa in un mare di sangue. La cover si mostra azzeccata per le canzoni inserite nel CD. Rumoroso, grezzo, distorto, poco melodico, cattivo, spigoloso e per nulla consolatorio, diverso dai precedenti album, impuntato sulla ricerca di nuovo pubblico, deludendo in parte però i vecchi fans. I pezzi che descrivono più questo nuovo genere sono “Doomstay Clock”, “7 Shades Of Black” Solo “Neverlost”, “Starz” (che sembra sotto certi aspetti “Bullet With Butterfly Wings”) sembrano estratte da vecchie session del gruppo. “Bleeding The Orchid”, “(Come On) Let’s Go” invece si trovano a metà strada tra questi due generi. Le ultime due tracce sono “sperimentali”. Due pezzi pacchianissime, senza mordente, un misto tra la musica di Enya e con un solo alla Brian May, un arrangiamenti che lasciano a desiderare, senza dubbio deludenti. “That’s the Way(My Love Is)” e “Bring The Light” non sono raffrontabili con le precedenti, ma neanche esaltanti.

C’è però una traccia che vale il prezzo del CD, forse una delle migliori mai composte dal gruppo e capostipite di una nuova direzione sonora del gruppo. La traccia numero 7 intitolata “United States”, capace di unire tutti i critici e il pubblico. Quasi dieci minuti di delirio sonoro, in cui si fanno sentire esclusivamente una batteria con un incedere sincopato ininterrotto e la chitarra elettrica distorta e ossessionante. La copertina potrebbe essere un’ottima immagine per descrivere il pezzo in questione. Un pugno sonoro questa canzone che alza e non di poco la qualità di questo ritorno di uno dei gruppi che hanno segnato gli anni 90.

Rimane qualche punto di domanda su questa produzione: come tornare al successo proponendo tracce poco orecchiabili? Quanto durerà ancora questo ritorno?

 

Domande a cui troveremo una risposta solo vivendo.

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