Ogni volta che riprendo in mano questo vinile (avete letto bene, quel plasticone nero in voga una decina d'anni fa) mi viene un tuffo al cuore e un "groppo" alla gola che non so descrivere. Credo di avere tra le mani uno dei dischi più significativi della mia gioventù (sich!) e, benché animato dalle migliori intenzioni, so che NON POTRO' essere obiettivo ne tantomeno freddo e distaccato nel recensirlo.

Bene, con questo disco Morrissey, Marr e soci raggiungono, a mio parere, la loro vetta artistica per qualità di scrittura dei pezzi e per tutto quello che hanno rappresentato gli Smiths negli anni '80 e oltre. Canzoni come "The Headmaster Ritual" o "How Soon Is Now?" o "What She Said", tanto per citarne alcune, sono la quintessenza del mondo-smiths, il condensato per eccellenza della loro/nostra filosofia. Si aggiunge poi la spettrale "Meat is Murder" col suo incedere lento e disperato al suono delle seghe elettriche che ci accompagnano come carne al macello appunto, vero e proprio manifesto di quel "vegetarianesimo militante" che troverà adepti ovunque negli anni a venire. E vogliamo dire qualcosa in merito al capolavoro assoluto dell'album, la splendida "Well I Wonder"? Più che una canzone, un icona di un'intera generazione, l'incontro perfetto della malinconia più desolante in contrasto con l'incedere dichiaratamente 60's del pezzo. Frasi come "desidero quello che non posso avere" o "la barbarie comincia in casa" o quando Morrisey dichiara candidamente "la carne è un assassinio"... ecco, allora penso che veramente un gruppo così avesse da dire cose che raramente sento dire dai gruppi odierni.

Nostalgia canaglia? Forse... so solo che quando riascolto questo disco (che ho ricomprato in cd nella vs rimasterizzata) beh... è come se mi calassero le difese immunitarie e tutta la corazza di 40enne integrato e padre di famiglia se ne andasse a quel paese e se ne uscisse fuori quell'adolescente occhialuto e pruriginoso che pogava, si dimenava e si ribellava venti e più anni fa... quel ragazzetto virtuale che ognuno si porta dentro e che ogni tanto va riesumato per il bene suo e del quarantenne che se lo porta dentro.

Ebbene sì, ho pisciato fuori dalla tazza e ho divagato sul finale, ma tant'è... la colpa è di certi 33 giri, piccoli e neri, che fanno parte di te come i nei che ognuno ha sulla pelle.

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