Chi ama la psichedelia non può ignorare quest'opera, che datata 1980, in pieno revival psichedelico diventa un capolavoro del suddetto genere.
I Soft Boys tornano alle origini, a quei suoni bizzarri che uscivano dalla testa di gente che giocava con la droga come Syd Barrett, di gruppi come Velvet Underground e primi Pink Floyd, memori delle melodie vocali di Beach Boys come delle sciabolate di Hendrix. Si capisce subito che con queste coordinate questo non può che essere un album esplosivo che si rivela ispirato e creativo. Si inizia improvvisamente con "I Wanna Destroy You" aperta da un coretto di voci alla Beach Boys che annunciano allegramente di volerti distruggere a cui si unisce un riff tipico Velvet Underground. Questa canzone fa capire subito che lo spirito non è comunque quello che si viveva nei fine '60, qui la forma psichedelica è quasi presa a prestito per esprimere il disagio e/o la depravazione edonistica, il tutto però condito col tipico tono bambinesco di Barrett e i dai quadretti melodici alla Kinks.
Ogni canzone è perfetta, contiene tutti gli ingredienti giusti e si inserisce a perfezione nel contesto pur avendo una sua autonomia, e grazie all'amalgama con la new wave l'album riesce ad andare oltre e creare un genere nuovo, basta ascoltare "Positive Vibration" che unisce Rolling Stones e Television o il climax catartico di "Insanely Jaelous", la Pink Floyd-iana "Queen Of Eyes" ma suonata come una canzone dei Dream Syndicate, oppure "Old Pervert" in cui si riesuma Jimi Hendrix. Da citare anche "Tonight", difficile da descrivere, semplicemente splendida; in "Underwater Moonlight" sembra che i nostri siano andati a farsi dare consigli da Syd e per ringraziarlo chiudono l'album con la cover di "Vegetable Man" che è in perfetta armonia con tutto il resto.
Grande valore è dato alle canzoni dalla bravura dei musicisti; la chitarra, sempre versatile e adeguata, riesce a unire hard rock con viaggi alla Garcia, delicati strimpelli con colpi di frusta alla Hendrix, dolci melodie e infuocati assoli; la batteria impeccabile insieme al basso, che spesso diventa protagonista, conia ritmi trascinanti e mai banali usando spesso cadenze simil-funk; la voce è degna di Barrett e i cori dei Beach Boys.
Le nuove ristampe dell'album contengono anche altre canzoni, che a differenza di quanto spesso avviene, sono tutte allo stesso livello delle altre, e aggiungono qualità all'opera.
Disco imperdibile dove la psichedelica non è più per la mente, ma diventa materiale, per il corpo, per i sensi.
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