Non è mia intenzione recensire i primi tre magnifici parti della band guidata dallo sfortunato Adrian Borland. Ci sarebbe molto da scrivere e, sicuramente, c'è chi lo ha fatto meglio di me (vedi altre recensioni).

Solo una breve e stringata cronologia.

The Sound: band londinese nata dalle ceneri dei punkster The Outsiders e attiva dal 1979 al 1988. Una proposta scoppiettante che unisce rock 'n' roll, malinconia darkwave ed elementi tipici della pop song inglese. Un po' come se i Joy Division avessero incontrato gli Smiths , il tutto con un'attitudine punk '77.

Paragoni forse inappropriati ma utili per rendere un barlume d'idea a chi ancora non conosce questa formazione. Formazione originalissima che, per inciso, trova solo alcuni punti di contatto con le sonorità proposte dal bands summenzionate.

Il primo "Jeopardy" è , senza ombra di dubbio, la loro migliore release. Ma non sottovaluterei assolutamente dischi come "From The Lion's Mouth" e "All Fall Down".

Nel 2014 la Edsel Records ha deciso di ristampare queste tre gemme della new wave con l'aggiunta di singoli, rarità e pezzi live.

Da non dimenticare, perché sarebbe un errore madornale, la presenza di un quarto disco. Si tratta di un'esibizione negli studi della BBC.

La band, purtroppo, non ottenne mai il successo di massa. Joy Division, Siouxsie e PIL , più altri che non sto qui ad elencare, oscurarono la fama del quartetto londinese.

Ma la colpa , a ben pensarci, non è imputabile Ian Curtis o a John Lydon. La colpa di questo miserabile disinteresse è , in realtà, imputabile solo ed esclusivamente alla critica musicale dell'epoca.

Dopo lo scioglimento dei The Sound, il cantante e chitarrista Adrian Borland produsse una manciata di dischi solisti e in seguito, distrutto da depressione e disturbi mentali, decise di farla finita. Si suicidò il 26 aprile del 1999. Un destino che lo accomuna al già citato Curtis ma anche ad un'altra icona del "dark": Rozz Williams.

Meno composto del primo e meno pittoresco del secondo, Borland è stato uno degli esponenti di punta di quel periodo che risponde al nome di post-punk.

Ma non vorrei nemmeno dimenticare il tastierista Max Colvin Myers, tragicamente deceduto per AIDS nel 1993.

La dea bendata, come avrete ben capito, fu sempre una cocciuta avversaria dei nostri.

Non fateveli sfuggire proprio ora. Non fate cadere, di nuovo, le loro opere nell'oblio.

PS: Nel 2015 la Edsel ha ristampato in versione "cofanetto" anche il restante materiale a firma The Sound. Se volete farvi la discografia completa, l'occasione non manca

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