Nel '76 Neil Young e il suo vecchio amico Stephen Stills si rincontrarono in studio per registrare questo album poco conosciuto, il quale si discosta parecchio dalle sonorità che ci avevano abituato i due con i Buffalo Springfield e col quartetto CSN&Y.

Strumentalmente parlando non si tratta certo di un capolavoro, nonostante il sound risulti comunque pulito, suonato bene e di facile ascolto. Essendo io un grande estimatore di Young non posso non affermare di essermi soffermato molto di più ad ascoltare le tracce scritte dal medesimo, in quanto più poetiche e in un certo senso vicine ai canoni che il canadese è solito produrre.

Appare comunque evidente la differenza di sound tra le tracce dei due autori, la parte di Stills (che comprende "Make Love To You", "Black CORAL" "12/8 BLUES", sicuramente la più riuscita del lotto, e "Guardian Angel") risulta più "blues oriented", mentre Young intraprende un percorso più sentimentale con un pezzo piacevole come "Midnight on the Bay" che richiama vagamente le sonorita di "On the Beach" senza comunque avere gli stessi contenuti filosofici, l'allegra "Ocean Girl" caratterizzata da un piacevole cantato, la sempreverde "Long May You Run", ripresa varie volte dallo stesso Young in molti Live e in "Unplugged" del '93, e per finire due pezzi, "Let It Shine" e "Fontainebleau" che sembrano canzoni, comunque addomesticate nel suono, che avrebbero potuto tranquillamente comparire nel cupo ma comunque splendido "Tonight's The Night".

Concludo dicendo che, pur non essendo un disco indispensabile, il tutto appare nel suo insieme di discreta fattura e un paio di pezzi di Young possono entrare in un ipotetico "Best of" (ma non certo in un "Very Best").

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