Una mia lunga assenza... tante cose sono successe... ma tralasciamo. L'importante è che quando sono due mesi ininterrotti o più che ascolti a rotazione in modo ossessivo i tre dischi dei mitici Stooges che furono non puoi fare a meno di chiederti se sia tutto ok...
Poi passi al negozio di dischi con due birrette e tanta sciallezza in corpo con la sola voglia di cercare uno dei suddetti dischi, magari l'ultimo, Raw Power, ed invece ti trovi di fronte l'LP doppio di Fun House riedizione 2005 che ti guarda e non puoi fare a meno di prenderlo. 18 euro ben spesi; si fa la fame ma il cuore almeno deve nutrirsi... siam pur sempre umani, o almeno... me lo chiedo a volte...
E penso che pure il caro Iggy Pop (all'epoca Iggy Stooge) se lo chiedesse, sotto sotto, annebbiato da fiumi purpurei di eroina, tra i tappeti colorati della Funhouse, nel contorto sottile contorno che c'è tra il nero ed il rosso fuoco della copertina che come per una spontanea casualità lo perseguiterà come il demone dell'autodistruzione per decadi.
Ed eccolo questo doppio LP con la versione originale di dicembre '70 dell'Elektra ed un secondo LP di takes (compreso un inedito) mixato nel 1999.
Penso che sarebbe inutile starvi a raccontare quanto importante è questo disco e bla bla bla... penso che l'atteggiamento giusto di fronte a lavori del genere sia quello forse di buttarsi sul divano e passare il tempo insieme alla testina che scorre sui solchi depravati di queste registraziioni... inutile anche parlarvi distintamente del secondo LP, a parte la stupenda gemma dimenticata Lost In The Future (tra l'altro in take 1) che ci dimostra come gli Stooges del periodo Funhouse fossero una sorta di istituzione musicale instabile: atomi di uranio negli strumenti suonati a pochi metri in una sorta di live perverso in cui Iggy inizia sbiascicando boiate tra l'ilarità totale dei non più sani compagni di sventure, tra cui la mitica sezione ritica Asheton (Scott alla batteria ed il rivoluzionario ed incompreso Ron alla chitarra), Dave Alexander, il componente Club27 del gruppo (scomparì per conseguenze dell'alcolismo nel '75, non si sa tutt'ora se lasciò lui il gruppo perchè si facevano troppo o lo buttarono fuori perchè si faceva troppo lui...), un jazzoso Steven Mackay al Sax (new entry) ed ovviamente la trottola impazzita-iguana Iggy Pop.
Down On The street, ritmo cadenzato, violento, quasi a farci capire fin da subito di che territori saremo presto pronti a vedere... uno spettacolo.
Segue una fantastica Loose, una delle canzoni forse più belle mai composte dai nostri, con i tipici muri di Asheton e le urla di Iggy a contornare il tutto. Son state fatte abbastanza sessioni di Loose per riempire un intero album si dice... in effetti l'originale rimane probabilmente inimitabile. Lanciatissima!
Altra storia per TV Eye, dove l'arrapatissimo Iggy sbraita e ringhia appoggiato alle corde ruggenti di Ron accompagniato dal solito paranoico ritmo di batteria; in tuttò ciò abbiamo sempre il basso imperiale e magmatico di Mackay a mescolare il brodo infernale degli altri. Il reprise finale è una sorta di continum, come a suggerirci di ascoltarcela fino alla morte questa canzone. E quasi quasi :P!
Dirt. Sporco, sporchissimo, latrante... sussurante... corde impiccate e ritmo vodoo su giro di basso stupendo. La sto ascoltando ora... son preso malaccio eh, però ad ogni tiro di cicca inspiro e butto fuori; tutta una ripetizione, ossessiva ripetizione, come questi giri di basso. E poi arrivano le fulminate wawaiane di Asheton a catturarti lo spirito. Ed Iggy è la, che sussulta chiedendoti se sai quello che provi quando lo tocchi ragazzina... eh si c'è fuoco, fuoco cazzo.
Stupenda.
Carino anche il take 4 con un basso più presente ed un giro alternativo... forse comunque più epocale l'originale.
La testina grattacchia, meglio alzarla, uscire dalla semipigrizia divanifera e prendere una altra birra. E poi si passa al side B.
E come ci fu l'acidosa 1969 ora tocca alla lanciatissima 1970. "I Feel Allright!!!" urla l'iguana sotto un riff stupendo con la consueta sezione ritmica a condire il tutto con sale olio e non meno pepe... pepe nerissimo. Anche qua magia pura... da segnalare quanto fosse riuscita e forse con un sax ancora più impazzito la versione del secondo LP (take 3 tra l'altro...).
La titletrack Funhouse inizia subito come un quasi sequel della precedente... ricordandoci che loro, gli Stooges, sono degli alieni venuti dal futuro, che cantano la loro melodia incompresa in qualsiasi pezzo compongano. Groove stupendo, come sempre un degenero man mano che si procede con Iggy che si incazza sempre di più e l'omnipresente Asheton a pennellare sulla ruggine con le sue 6 corde di calce viva. 7 minuti e mezzo che non vi leverete più dalla testa.
Sinceramente starò vaneggiando ma mi chiedo se tutta la droga stipata in questo disco abbia in qualche modo un effetto eccitatorio, euforico ed induttore a dipendenza anche a distanza di più di 40 anni... assurdo, gli effetti quasi coincidono :D.
Il degenero prosegue ma con costante cadenza di batteria e basso, almeno fin a quando quasi non percepiamo il non blues "L.A. Blues": urla e chitarre stridenti.
E' come se la fine di 21th Century Schizoyd Man dei King Crimson fosse stata capovolta e mescolata, come le immagini della copertina di Funhouse, ed il tutto fosse stato intinto di rossa follia suonata nel buio eterno della fattoria folle (la Funhouse, appunto) dove fu realizzato questa gemma nata quasi da quello che tutti consideravano letame. Insomma ricapitolando trattasi di cinque minuti di pura follia in cui in una singola registrazione gli strumenti rimbombano, si inseguono e tuonano mentre Iggy da via di matto nella sala. Pura sperimentazione anche se credo che neanche loro sapessero cosa stavano facendo, coscenti solo forse di esser in qualche modo stati accarezzati dalla mano della dea del rock che passava di li...
La gente iniziò a capirlo quasi dieci anni dopo... ma questa è un'altra storia.
Finisce tutto tra feedback e stridii... in una nera solitudine... dal Rosso al buio pesto.
Nessuna lezione di vita, nessuna morale, nessuna parola epica da pronunciare.
Questi signori sono gli Stooges: prendere o lasciare, odiare o amare, ignorare o ascoltare.
E che vada tutto come deve o non deve andare:
"I been dirt
And I don't care
Cause I'm burning inside
I'm just a yearning inside
And I'm the fire o' life"
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