Ne carne e ne pesce la mia angoscia non decresce! Eh già, perchè gli Strokes con questo quarto album hanno dato anticipate conclusioni sulla loro creatività, infatti possono benissimo fermarsi, sciogliersi e dare vita a carriere soliste, nonostante "Angles" sia un lavoro poco più che sufficiente e niente più. Forse un pò superiore al precedente "First Impressions Of Earth" che risultava troppo patinato e a lungo andare noioso, ma anche questo senza infamia e senza lode forse solamente per un chiaro risvolto stilistico verso gli anni 80. Comunque sembra un pò pochino dopo cinque anni con la nascita di questo prodotto, Casablancas e soci potevano esprimere in un'altra direzione le loro capacità anche con la paura di perdersi e di rischiare un pò. Ma non l'hanno fatto! "Angles" aggiunge qualcosina in più alla loro produzione ma "Is This It" rimane sempre il punto d'appiglio; ne abbasta solo uno di CD per capire bene il mondo The Strokes.

Questo quarto album comunque presenta i loro soliti riff graffianti, i testi delle canzoni sono sempre buoni e le melodie sempre belle. La novità sono la presenza dei sintetizzatori ma il sound pop è assai molto presente. Le tracce più significative sono la funky "Machu Picchu", la coinvolgente "Under Cover Of Darkness" e la spinta "Two Kinds Of Happiness". Il resto cade nella falsa riga della seconda metà di "First Impressions Of Earth".

Dare un'insufficienza a questo disco mi sembrava un pò troppo, però è inutile che questa band continui a fare album su questo livello. E' chiaro che hanno bisogno di un cambiamento radicale o forse del completo scioglimento. Questi quattro album possono andare bene tutto sommato, magari possono sfornare un live visto che sono bravi ma poi basta.

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