Tipo, “Hello I love you” è una gran bella canzone. Non fa parte dei primi due album Doors, ma è piuttosto figa lo stesso. Ha un bel ritmo da circo psichedelico e una specie di innocenza da iper canzoncina...e parla di una ragazza apparizione, e tutti voi sapete che cos’è una ragazza apparizione, vero?

Quel che voglio dire è che, in un certo senso, parla di Venere ( e di una Venere di colore se non ricordo male).

Ma nonostante l’argomento (cazzo, Venere!!!) non si prende molto sul serio e sembra proprio, con quel ritmo che è quasi uno scherzo, adatta/adattissima a trasformarsi in una canzone giocattolo.

Che questo facevano gli Stupid set, canzoni giocattolo.

E trasformando “Hello I love you” in una canzone giocattolo son riusciti a tirar fuori fuori una delle cover più belle di tutti i tempi.

D’altronde si giocava parecchio nella frizzantissima Bologna di fine settanta/inizio ottanta, basti pensare agli Skiantos o ai Confusional Quartet (gruppo quest’ultimo che andrebbe riscoperto). La fantasia al potere, da noi, è roba soprattutto di quel periodo.

Fantasia e ironia, bien sur. Che se poi aggiungiamo al gruppetto gente come Andrea Pazienza e Filippo Scozzari ci capiamo ancora meglio.

Comunque, fate conto, “Hello I love you” è una roba così: tastierina simil Bontempi, batteria elettronica, voce da abbecedario wave, ghiribizzi di vario tipo, coretti scemotti o finto psicotici...poi la voce si inspessisce, il ritmo si fa cupo e , in un attimo, si passa da canzone giocattolo a prontuario della paranoia dei primi ottanta…

Ecco, io fino a ieri conoscevo solo questa piccola perla, stava in un mistino c90 che mi aveva fatto il mio miglior spacciatore di musiche folli. Ma “Hello I love you” è un EP e contiene altri tre brani, tutti magnifici. Trattasi di elettronica piuttosto ossessiva, ma in fondo divertita, con quelle tastierine a suonicchiare fughette di infantile incongruità e altre mille e mille diavolerie tra il cupo, il ridanciano e il chissà cosa.

Che l’aria di gioco non manca mai.

I Residents come maestri, leggo su tutte le varie articolesse in rete: senz’altro, o addirittura senza dubbio, se non che io i Residents li conosco poco poco...per non dire quasi niente…

Mettiamoci magari un pizzico di no wave ( Arto Lyndsay era molto interessato alla scena bolognese) o qualche ispiratissimo (e ispirante) buontempone a caso, che so magari il caro vecchio zio Frank.

Ah, ce ne son stati di buontemponi nella nostra musica e a buon diritto annoveriamo nella categoria anche gli Stupid set. La loro ragione sociale, del resto, è tutto un programma…

Trallallà...

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