Dieci anni fa la Kemado Records faceva uscire "Age Of Winters" del quartetto texano. La band divenne fin da subito un buon punto di riferimento per gli amanti dello stoner/doom, in una commistione tra Saint Vitus, Kyuss e il rock di matrice psichedelica di anni addietro. A dieci anni di distanza da quel debutto i The Sword restano una realtà con seguito e "High Country" è il classico disco che potrebbe rendergli l'amore di ulteriori fans.

Lampante fin dall'inizio: il nuovo disco (uscito nell'agosto del 2015) è il percorso definitivo di un lungo processo di "alleggerimento" sonoro che in realtà si era intravisto già da tempo, fin da "Warp Riders". Ancor più di "Apocryphon", questo album smussa le colate chitarristiche degli esordi, affacciandosi verso un hard rock più docile di quanto ci si poteva attendere dal combo. Mai troppo cervellotici nelle loro architetture, la band ha virato verso un rock puzzolente di deserto e alcol. Le reminescenze doom non ci sono più e il ritmo è quello maggiormente caraccollante e decisamente meno marziale dei tanto cari seventies. "Mist & Shadow" e il suo incedere tra country e psych è lontanissmo dalla potenza su cui puntavano un decennio addietro. Altrettanto impensabile un brano come "Seriously Mysterious" esperimento elettronico già in qualche modo preannunciato dalla strumentale "Agartha" (molti sono i brani strumentali, spesso tanto inutili da spezzare solo il "ritmo" di ascolto).

Nuovi orizzonti, nuovi deserti da solcare, magari meno abrasivi dei precedenti: se il disco è lontano dal classico ancient trademark del gruppo, le atmosfere della titletrack o di pezzi come "Empty Temples" e "Buzzards" per quanto più soft del passato, sono comunque facilmente rintracciabili nel retrogusto musicale che la band mastica da anni. Inzuccheramento musicale che ha in "Tears Like Diamonds" il suo manifesto, precariamente in bilico tra hard rock, stoner, ritmi blueseggianti e linee vocali pulite e d'impatto.

Tanti brani e tutti di breve durata. Giunti al quinto lavoro in studio i The Sword svoltano forse definitivamente verso una nuova strada. Un cambiamento che ha già spiazzato molti seguaci e diviso la critica. Di certo "High Country" non va liquidato come opera minore ma è comunque un tentativo (discretamente riuscito) di ampliare il proprio sound verso lidi maggiormente easy listening.

1. "Unicorn Farm" (0:50)
2. "Empty Temples" (3:56)
3. "High Country" (2:38)
4. "Tears Like Diamonds" (3:47)
5. "Mist & Shadow" (5:25)
6. "Agartha" (2:23)
7. "Seriously Mysterious" (2:47)
8. "Suffer No Fools" (2:43)
9. "Early Snow" (4:16)
10. "The Dreamthieves" (3:58)
11. "Buzzards" (4:13)
12. "Silver Petals" (2:39)
13. "Ghost Eye" (3:16)
14. "Turned To Dust" (3:31)
15. "The Bees Of Spring" (3:58)

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