Essere vecchi dentro e non dimostrarlo. No, loro sono dei giovani metallari texani. Parlo dei riff. Puzzano di whisky e Black Sabbath. Finalmente. Sì, perchè non è facile trovare band capaci di rendere così bene, suonando così datati. La produzione aiuta, rendendo il tutto più attuale e fruibile dal metallaro medio.

Mi sono sempre piaciuti. Dal loro esordio e quella "Freya" che ancora oggi mi fa roteare la testa. Il (relativo) successo commerciale è venuto quasi subito, ma è grazie a quest'ultimo lavoro che i The Sword hanno fatto veramente il botto. Tanto di cappello. Non è facile vendere con un prodotto come questo, non accostabile al rock mainstream da classifica.

Il concept sci-fi (la copertina è indicativa!) si snoda in canzoni di media lunghezza. Intorno ai 4 minuti, tanto basta per non annoiare. Il primo singolo, "Tres Brujas", è la summa della musica del gruppo. Riff incalzanti ereditati dall'Hard Rock più pesante, voce bassa ed epica. Testi semplici. Insomma tutto per farci mettere un sorriso in queste grigie giornate invernali.

Il vero capolavoro è "Lawless Lands". Mi ha gasato all'inverosimile. Il ritornello è semplicemente spettacolare. Ritmo sincopato nelle strofe e super linea vocale per una canzone che renderebbe bene anche su un cd di 30 anni fa. 

Visto che non ci facciamo mancare niente, i nostri se la cavano bene anche nei pezzi strumentali. L'opener o la velocissima "Astraea's Dream" sono lì a dimostrarlo.

Dicevamo prima della produzione. "Warp Riders" non risulta iper-prodotto ("nonostante" il lavoro dietro il pc di Matt Bayles, già produttore dei Mastodon per capirci), dando una sensazione di genuino. 

Non mi voglio soffermare sulle singole canzoni a lungo, perchè tutto ciò che mi interessa è farvi capire che questi texani si meritano un ascolto ad alto volume.

Per chi non li conoscesse ancora (su DeBaser ci sono già delle ottime recensioni dei precedenti due lavori) "Warp Riders" è un buon modo per entrare nel mondo dei The Sword.

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