" Taste" era una forza dal fascino magnetico, seduceva e respingeva con la sua ingenua violenza fuori controllo. Anima selvaggia,ci urlava in faccia,si contorceva in oscuro, irresistibile magma sonoro. In "Hidden Fields", l'anima selvaggia è ancora viva. Subdola perchè controllata, non viene sbattuta contro un muro. Stephen Lawrie non urla, ma galleggia su un freddo, notturno mare elettrico illuminato da un perenne lontano temporale .Un mare apparentemente piatto.
"Taste" ci trafiggeva con una forza dirompente, ora siamo noi ad entrare nell'anima dei Telescopes. Anima apparentemente quieta,si muove lentamente,creando un senso d'angosciosa attesa, smarrimento.Dentro l'apparente stato d'immobilità, si agitano , si sovrappongono circolari,tentacolari demoni fedback in continua mutazione. Un elettrico mantra che lentamente ci avvolge. Memorie di meditativi Loop persi in solitarie lande drone.
Una carezza elettrica, che non ci chiede altro che chiudere gli occhi, lasciarci andare e liberarci del rumore fuori dalla porta per circa 25 minuti.
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