Conditions, album pubblicato nel 2009 dai The Temper Trap è un lavoro ricco in contaminazioni che vanno dal pop, al rock, allo psichedelico e che si avvicina sicuramente anche allo stile di band inglesi come Arctic Monkeys e Kasabian. Nonostante la band sia australiana è riuscita a scalare le classifiche del mercato inglese e affermarsi poi anche in quello europeo, in particolare grazie al singolo "Sweet Disposition", terza traccia del disco.
Questo album pero è ben altro di un contenitore insulso in cui incastonare una perla come il pezzo appena citato, se fosse stato così sicuramente non mi sarei preso la briga di recensirlo nonostante sia presente già un lavoro sul sito. È un viaggio ininterrotto di 42 minuti in cui adagiarsi sui suoni deelayeggianti delle chitarre, suonate da Lorenzo Stilitto e Dougy Mandagi, tappeti e magnifici arrangiamenti dei sinth e sulla voce eterea dello stesso Mandagi, dal timbro inconfondibile a mio avviso, se ascoltato a notte fonda poi è incredibilmente dolce e sognante.
Il disco è quello d'esordio della band ed è strutturato in 10 brani, diversi ma allo stesso tempo simili, connessi da un filo conduttore invisibile. Sono anni ormai che possiedo questo cd e quando proprio non so cosa ascoltate gira e rigira mi trovo inconsapevolmente a matterlo in play, sicuramente uno dei must have degli anni '00.
Il trip inizia con la poppeggiante "Love Lost" innescata e dominata da tastiere ai principi per poi esplodere in un tripudio grazie all'ingresso di batteria e chitarre. Si conclude così per lasciar spazio alla seconda traccia che segue la falsariga del primo e fa da ponte fino a portarci al capolavoro che è "Sweet Dispostion", la chitarra satura in delay traccia un iconico riff sul quale si innesta la voce melodiosa di Mandagi, non saprei come descrivere questo brano capolavoro, lascio ai commenti la ardua sentenza.
Al termine ci troviamo lanciati su "Down River", leggera e scorrevole incentrata su chitarra acustica e drums. Si susseguono poi la malinconica "Soldiers On" agli antipodi con la scoppiettante "Fader". Gli altri pezzi sono tutti degni di nota, perdono leggermente forse "Fools" e "Science of Fear" mentre "Resurrection" è da antologia della musica pop/sperimentale. Il disco si conclude con la strumentale "Drum Song".
Arrivato alla fine di questo track by track mi accingo a dire che "Conditions" è un disco si leggero, ma estremamente ricercato nonostante sia al confine tra pop e rock, tendendo nella prima sezione forse più per il primo, nella seconda per il secondo genere. Non lo definirei capolavoro o come disco generazionale, ma sicuramente di ottima fattura. I miei più sentiti complimenti alla band. Voto 9/10
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