Chiedete a chiunque il nome di un gruppo di musica australiano degli anni '80, e finirete per avere metà delle persone che ricordano gli energici INXS, e metà che pensano invece ai più scanzonati Men at Work.

E invece più di 20 anni fa ci fu un'altra band che descrisse con più passione dei loro conterranei lo sconfinato deserto dell'outback australiano, e quello non meno vasto dell'animo umano. I Triffids (dal celebre film di fantascienza "Il giorno dei triffidi"), formatisi a fine anni '70 a Perth, sono uno di quei gruppi a cui forse è mancata solo un po' di fortuna nel momento giusto per spiccare il volo verso la fama, rimanendo un progetto incompiuto di successo, ma questo "Born Sandy Devotional", uscito nel 1986, secondo album in studio dopo "Treeless Pain" del 1983, è una vera gemma, un disco che lascia malinconici per la consapevolezza di quello che i Triffids potevano diventare.

Guidati da David McComb, la cui esistenza travagliata segnò la storia del gruppo, i Triffids raccontano storie di desolata solitudine nel deserto australiano: "Wide Open Road", la canzone più famosa del disco, è il manifesto della poetica di McComb: la "strada aperta" non è quella di un futuro di speranza come in "Born to Run" di Springsteen, ma una lunga striscia di asfalto rovente di un presente senza aspettative. "The Seabirds", che apre l'album, ha una bellissima melodia che mostra le notevoli capacità dei componenti della band, che danno il meglio in "Lonely Stretch", una cupa, quasi claustrofobica ballata. "Personal Things" e "Stolen Property" sono gli altri pezzi forti del disco, mentre la title track "Born Sandy Devotional" è forse un po' troppo convenzionale.

Nel complesso, 19 brani (da poco riediti e disponibili anche in formato digitale) che potevano segnare la nascita di un gruppo davvero importante, e che restano invece come il testamento dei Triffids, troppo legati alle vicende personali di McComb, che dopo aver lasciato la band nel 1989 e aver tentato senza successo la carriera solista, morì nel 1999, per problemi cardiaci legati alla sua dipendenza da droghe e alcool, perso per sempre in quella "strada aperta" che non portava da nessuna parte.

 

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