Bene! E' giunto il momento di liberarmi del mainstream recensoreo e presentarvi qualcosa di cui su questo sito (grave errore) non si è mai parlato: i The Tubes. Tale gruppo, sempre in bilico tra demenzialità e musica rock, dà alle stampe nel 1976 il suo secondo album, "Young And Rich". 

Bene. 
Cosa aspettarsi da "Young And Rich"? 

Beh, prima di tutto qualcosa di demenziale. Ok, se non conosci bene l'inglese e non stai assistendo ad un loro concerto (spettacolo assoluto!) non la coglierai. Quindi passiamo direttamente al secondo: Rock. Suonato bene, una volta tanto. I brani, all'insegna di una musica energica e non troppo impegnata, risultano ispirati. Basti pensare alle hit (in america): Tubes World Tour, la tite-track e soprattutto la celebre (in america) Don't Touch Me There. Ma anche brani come Pimp, Poland Whole/Madame I'm Adam e Slipped My Disco passano piacevolmente e senza annoiare.  I brani meno riusciti sono pochi e i più corti. L'album non è certo un capolavoro, ma è quel tipo di disco che ascolterete sempre: accessibile e ben fatto insieme. La pausa ideale per riprendere fiato tra due astrusissimi classiconi di elettro-kraut-prog psichedelico, magari. Quasi certo di non essere stato pedante  né noioso, invito chi tra voi DeBaseriani non conoscesse il disco, ad ascoltarlo. E magari ascoltare anche il concertone "What Do You Want From Live?".

Non sono gli Steely Dan, ma mi piace. 

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