Il consistente tour di supporto ai rinati Shed Seven (ventitré date) e, soprattutto, il tour celebrativo per il decennale dell’album d’esordio “Love It When I Feel Like This” (ormai un piccolo classico dell’indie rock inglese degli anni zero) hanno dato nuova linfa alla creatività dei britannici The Twang.
La novità maggiore, ovvero l’abbandono del frontman Martin Sanders (con la susseguente promozione di Phil Etheridge a cantante a tempo pieno ed il successivo ingresso in formazione della voce femminile Cat Mctigue) è stata perfettamente assorbita dalla band, che si ripropone a ben cinque anni dal precedente “NEONTWANG” con questo nuovo “If Confronted Just Go Mad”.
La rinfrescata al sound è ben evidente già dal singolo “Everytime”: la sterzata verso architetture pop è evidente, così come lo è una ritrovata classe e vena compositiva nel proporle, con in più la ciliegina sulla torta di una perfetta armonia tra le due diverse tipologie di voci (maschile e femminile). Piacevolissimo anche il riffing della successiva “Lovin State”, così come sorprendente è “Million Miles”, interamente cantata (in maniera egregia) dal bassista della band Jon Watkin.
Il momento “dark” dell’album arriva con lo splendido secondo singolo “Dream”, trippy e psichedelico quanto basta per valorizzare un arrangiamento sontuoso ed avvolgente. “Time Waits” e le sue chitarre serrate sono il “contentino” (ma di gran classe) per i fans della prima ora, ma è solo un’illusione; il resto del disco si muove tra slanci ottimistici di lineare guitar pop ed una cupa rilettura di “Tinseltown In The Rain”, brano del 1984 a firma The Blue Nile.
“Nothig Gets Better”, curioso esperimento di fusione musicale col rapper Polarbear, chiude un gran disco, che segna un vero e proprio rilancio per una band che negli ultimi anni non ha sempre espresso appieno il proprio potenziale.
Brano migliore: Dream
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