Musica notturna, da scenario thriller-poliziesco anni '90, tutta la classe del jazz, tutto il tatto del soul, tutto l'impeto energico del rock e un grande investigatore del suono: Mr. Greg Dulli. 

C'era da aspettarselo da un personaggio carismatico come l'italo-americano Greg Dulli, un tale album di elevato spessore lirico e sonoro. Abbandonati ormai quei sound alla Afghan Wighs (primo periodo) e sviluppate le sonorità di "1965", il nostro caro cantante e chitarrista si avventura dopo un serie di album intestati ai Twilight Singers, produce quello quello che si rivela esser il suo disco più influenzato e lavorato della sua carriera.

In Powder Burns si sente l'atmosfera notturna e si sente l'odore d'asfalto della strada, si sente il rumore degli amanti nascosti nei palazzi che copre il losco traffico di spacciatori e criminali che Dulli, come un menestrello metropolitano del nostro secolo, racconta con il suo tocco di genialità e follia da persona informata dei fatti.
Le canzoni, quasi tutte su temi amorosi (sia sentimentali che carnali), su vicende di droga, malavita e riflessione personale, si legano con un filo conduttore che ci fa da guida attraverso lo skyline che figura nella copertina dell'album. La disposizione delle canzoni è in calare, partendo da un incipit potente e spiazzante, per terminare con un maliconico pezzo jazzato che ci dà l'addio. Questo calare però non è da intendere in senso qualitativo però, perchè ogni canzone gioca il suo ruolo fondamentale all'interno dell'album decorandolo in ogni suo minuzioso particolorare stilistico.

Da notare la citazione che Dulli fa il verso ai Beatles in Forty Dollars cantando: "She Loves You, yeah,yeah,yeah" al posto del solito ritornello.

Presenziano nel disco personalità di spicco nel panorama Adult-Oriented-Indie come Ani di Franco, Joseph Artur anche se non presenzia il grande amico di Dulli, da tempo ONNIPRESENTE nelle sue recenti produzioni: Mark Lanegan.
Ma non c'è da allarmarsi, il cantante dalla voce profondissima viene ripescato nel nuovo Ep del gruppo "A Stitch in time" dove esegue una cover di John Martin del pezzo "Live with me".

Curiosità: Sono riuscito a vederli in concerto a Roma presso il Circolo degli Artisti e posso dire che hanno la stessa potenza che ritrovate nei loro cd. Dulli è un grandissimo personaggio (sia fisicamente che al livello caratteriale) e non si fa mancare nessun lusso sul palco (aveva addirittura un porta Whiskey ed un posacenere attaccati all'asta del microfono....)
Hanno suonato sulla ventina di pezzi dal loro repertorio, includendo anche qualche pezzo di Lanegan il quale, sul palco, è stato immobile e freddissimo ma è stato osannato come un dio dal pubblico appena ha compostamente pronunciato un "Fuck You" con la sua voce da fumatore incallito prima di iniziare a cantare.

Powder Burns è diventato uno dei miei dischi più ascoltati. E pensare che lo acquistai appena uscito ignorando chi fosse il gruppo, e senza aver mai nemmeno ascoltato un pezzo degli Afghan Wighs.
Ascoltatori, voi che ve ne intendete più di me, apprezzerete immediatamente un cotal capolavoro.
E con questo chiudo.

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