L'esordio The U.N è una bomba. 

Non mi viene un'altra frase in mente per iniziare a recensire un disco che secondo me è da classificare tra i più sottovalutati della storia del rap. Roc Marciano, Dino Brave, Mic Raw e Laku vengono da Long Island, NY.

La prima volta che li ho ascoltati è stato su "Petestrumental" di Pete Rock del 2001, dove apparivano su due tracce, e quello che saltava subito all'orecchio già dal primo ascolto era quell'essere così fottutamente Rap: rime precise, mai banali e soprattutto un flow pazzesco. Passano tre anni ed ecco arrivare nel 2004 questo "Un Or U Out", che non smentisce minimamente le mie aspettative, ma anzi conferma ogni mia convinzione sui nostri 4 eroi.

Un capolavoro che solo il sottosuolo newyorchese poteva partorire, un disco che ci catapulta in tutta scioltezza ai magnifici anni 90, dai quali si ispira profondamente per esplodere in un nuovo millennio dove ahimè perle di questo spessore se ne sentono sempre di meno. Atmosfere cupe, bassi pompati come si deve, rime taglienti come un rasoio affilatissimo e batterie sporche all'inverosimile, niente ritornelli simpatici o strizzatine d'occhio al mainstream. Qui non si scherza, ricetta  semplice ma vincente, niente sperimentazioni fini a se stesse, un disco che se fosse uscito nella metà dello scorso decennio non avrebbe sfigurato con classici come "The Infamous" dei Mobb Deep o "Dah Shinin'" dei Smif-N-Wessun, tanto per citarne due.

Passando ai pezzi quello che più mi ha stupito è stata la compattezza tra una traccia e l'altra, il tutto curato meticolosamente  per rendere la miscela più esplosiva che mai. Togliendo "Mind Blowin" e "Get yo ******", non da buttare ma comunque inferiori al resto del lavoro, il disco è un continuo crescendo di gemme che deliziano ad ogni ascolto il nostro impianto.

Pezzi come "Avenue" con produzione di sua maestà Pete Rock, che produce altre due traccie da paura: "Aint No Thang" e "Game Of Death", che Dio benedica quest'uomo! "D.O.A (Dead On Arrival)", "The Art" (nel quale Laku e Mic Raw si scambiano il microfono su un beat stellare per un minuto e mezzo di mazzate senza fine), o ancora "What They Want" con un Large Professor che a mio giudizio si aggiudica la palma per la migliore produzione, non fanno altro che accrescere l'amore e la passione per un genere che anche a distanza di anni continua a ragalarmi emozioni uniche.

Quindi a questo punto non posso fare altro che consigliare vivamente l'ascolto di questo piccolo gioiello che sono sicuro non deluderà ogni amante del vero Hip Hop, quello spinto da passione e non dettato da sporche mosse commerciali...!

VOTO: 4,5

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